Capo Utc sbaglia verbo e data in un atto, indagato per falso: scagionato dopo tre anni

Capo Utc sbaglia verbo e data in un atto, indagato per falso: scagionato dopo tre anni
di Mary Liguori
Sabato 23 Settembre 2017, 08:40 - Ultimo agg. 08:52
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Un qui pro quo che poteva costare una condanna per falso all’ingegnere capo del Comune di Parete. Le vicissitudini giudiziarie iniziate nel 2013, concluse pochi giorni fa con un non luogo a procedere hanno avuto per protagonista Raffaele Avvedimento, dirigente dell’Utc accusato di un falso per l’appalto delle luci cimitero, affidato a giugno 2013. La ditta che arrivò secondo denunciò delle irregolarità e nel settembre successivo i carabinieri chiesero ad Avvedimento l’atto formale di consegna dei lavori. L’ingegnere stampò il documento e riportò la data di quel giorno. Da quel momento sono iniziati i suoi guai giudiziari perché gli inquirenti ritennero che avesse commesso un falso riportando non la data della consegna dei lavori (giugno) ma quella, appunto, di settembre. Avvedimento chiese di essere interrogato dal pm e consegnò gli incartamenti che smentivano il falso: entrata in servizio al cimitero, la ditta aveva stipulato il contratto per l’energia elettrica che, appunto, riportava la data in questione. Allegò anche le ricevute, spiegò che dal primo luglio l’azienda era al lavoro, ma il pm ribatté che aveva riportato la data di settembre senza usare il tempo verbale giusto, ovvero «l’imperfetto». La procura andò quindi avanti e solo in udienza preliminare, dinanzi al gip Raffaele Coppola, con l’integrazione di due tecnici, la difesa - rappresentata dall’avvocato Marco Monaco - è riuscita a dimostrare l’equivoco, ottenendo in non luogo a procedere.
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