«Casal di Principe, i carabinieri
rischiano di essere sfrattati»

«Casal di Principe, i carabinieri rischiano di essere sfrattati»
di Tina Cioffo
Martedì 23 Maggio 2017, 09:23
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Casal di Principe. «Abbiamo avuto promesse ma nei fatti non abbiamo ottenuto quello che ci era stato assicurato e quello che abbiamo fatto fino a questo momento, dall'uso dei beni confiscati alla camorra alla riappropriazione della nostra identità di popolo che ha sempre resistito e lottato, lo abbiamo ottenuto solo grazie a noi stessi». Il grido di allarme del sindaco di Casal di Principe Renato Natale, del Pd, non fa sconti. Il suo è un lungo elenco di nodi ancora non sciolti e la colpa l'addossa al Governo. La sicurezza, la pianta organica, l'assenza di fondi per le infrastrutture, l'abbattimento delle case abusive che per Natale diventerebbe «problema sociale abitativo» e la carenza di lavoro in grado di presentarsi come una reale alternativa per chi desidera un'economia sana lontana dalla criminalità organizzata. Le carte calate ieri sul tavolo, nel corso della conferenza stampa convocata dopo il paventato trasferimento della Compagnia dei carabinieri di Casal di Principe, alla vigilia dell'anniversario della strage di Capaci, hanno disegnato l'inizio di una battaglia che non ha più alcuna voglia di aspettare. «Prima si diceva meno forze dell'ordine e più scuole, ma se penso che andrò a manifestare con fascia e gonfalone per scongiurare la chiusura degli istituti è chiaro che siamo entrati un buco nero», dice il sindaco che stamattina sarà alla manifestazione indetta dai sindacati a difesa degli assetti provinciali.

Le scuole a Casal di Principe sono per la maggior parte, senza certificazione sismica. Le case abusive sono 1500, 200 sono già con sentenza esecutiva, demolendole ci sarebbero 6mila sfollati. La pianta organica comunale è allo stremo: dovrebbero esserci 173 unità lavorative ma nei fatti ce ne sono poco meno di un centinaio. Le casse sono appena uscite dal dissesto finanziario. Il sistema fognario di Casal di Principe deve essere rifatto e la rete idrica serve il 40 per cento della popolazione. «Ma lo Stato si ricorda che esiste questo territorio o gli fa comodo, così come è stato in passato vederci come enclave della criminalità per portarci rifiuti e trattarci come tali?» La domanda di Natale fa sbiancare e sposta tutto sul terreno della credibilità delle istituzioni. Il piatto della bilancia è diventato più pesante dopo la notizia di una temuta chiusura della compagnia dei carabinieri. «In atto c'è una rivisitazione contrattuale frutto della politica di spending review che riguarda non solo i carabinieri di Casal di Principe ma quelli di tutta Italia, è chiaro che nessuno ha intenzione di chiudere la Compagnia e per quel che riguarda il commissariato di polizia ho chiesto che venga istituito fin da subito almeno sulle carte, sarebbe la necessaria risposta che questa gente si aspetta», spiega la senatrice Rosaria Capacchione (Pd) intervenuta ieri al fianco del sindaco Natale ammettendo «un calo dell'attenzione che è anche una mancanza di consapevolezza dinanzi al rischio che la camorra possa riorganizzarsi e nascere un nuovo Setola in grado di seminare terrore». I termini contrattuali non sono ancora chiari e il proprietario dell'immobile per il momento non ha accettato le condizioni poste da Ministero. Il 30 maggio arriverà l'ufficiale giudiziario ma la proroga per i carabinieri è certa.

La clessidra si è però girata e non accetta più le parole. «Dopo la chiusura della sezione distaccata della squadra mobile mi recai personalmente dal ministro Minniti che ci rassicurò sui tempi e sulla volontà del governo di veder presto un commissariato di polizia.
Ad oggi non abbiamo ancora alcun tipo di risultato, in più vengo a sapere che da quel bene confiscato che prima era presidio di polizia stanno portando via anche la strumentazione necessaria alle indagini. E mi chiedo si domanda il sindaco - come sia possibile che il Governo non trovi tempo e denaro necessario per dare una risposta chiara e netta alla mia gente. In 11 mesi, con risorse comunali, abbiamo trasformato una civile abitazione confiscata alla camorra in uffici amministrativi di una scuola, non capisco per quale motivo altri non riescono». Si cerca di non perdere la speranza e si tampona l'emergenza. Ma fino a quando?
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