Caserta. Blitz della Forestale: scoperto finto laghetto, usato come un «luna park» dai bracconieri

Caserta. Blitz della Forestale: scoperto finto laghetto, usato come un «luna park» dai bracconieri
di Vincenzo Ammaliato
Domenica 14 Dicembre 2014, 17:51 - Ultimo agg. 18:11
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A un occhio non abituato, appare come un grazioso laghetto nel cui specchio d’acqua si è posato uno stormo d’anatre per riposare.



Ma in piena terra dei Mazzoni c’è poco spazio per immagini serene e rilassanti. Tutt’altro. Si tratta invece di una vasca artificiale, irrogata illegalmente con delle condutture che prelevano acqua dai pozzi delle aziende agricole vicine, e gli animali a pelo d’acqua sono riproduzioni in plastica per attirare in trappola altri volatili. Insomma, non è un’area dedicata a coppie romantiche, o famiglie numerose in gita domenicale.



È invece uno dei tanti
«luna park» per i bracconieri della provincia di Caserta, che qui hanno a disposizione anche un vero e proprio bunker sotterraneo in cemento armato, dotato di energia elettrica e un fonofilo che arriva direttamente al centro del lago, capace d’imitare il verso degli uccelli allo scopo di far atterrare i tanti volatili migratori che qui transitano e quindi colpirli con le proprie doppiette.





A scoprirlo, nel territorio del Comune di Grazzanise, in località Brezza, è stato il Corpo Forestale, a seguito di specifiche operazioni volute dal comandante regionale, Sergio Costa, e quello provinciale, Michele Capasso. I due comandi hanno predisposto una squadra, composta da agenti in servizio in caserme delle provincie di Caserta, Napoli e Avellino, che sta eseguendo numerosi blitz notturni in terra di lavoro, per cercare di arginare il fenomeno appunto del bracconaggio.



Ma il loro compito è particolarmente impegnativo, considerando che, come spiega il commissario capo che dirige in campo le operazioni, Giovanni Cenere, nella sola provincia di Caserta di laghi artificiali come questo ce ne siano almeno ottanta.




«E rendono economicamente anche molto bene a chi li gestisce – sottolinea il comandante Cenere – perché per uno spazio del genere, non più grande di mezzo ettaro, si ricava anche fino a diecimila euro al mese». I bracconieri, a quanto pare, sono disposti a pagare cifre molto alte pur di puntare i propri fucili sugli uccelli migratori. E sparano a qualsiasi tipo di volatile, compreso ovviamente quelle specie protette e in via d’estinzione come fenicotteri e aironi.



Peraltro, il fenomeno del bracconaggio è molto diffuso in quest’area, considerando che in solo tre operazioni compiute dallo specifico nucleo, sono stati già denunciate dodici persone e sequestrati nove fucili, due attrezzature per fonofilo e numerosissime munizioni.