Incubo meningite in Campania:
bimbo ancora in prognosi riservata

Incubo meningite in Campania: bimbo ancora in prognosi riservata
di ​Ornella Mincione
Martedì 17 Gennaio 2017, 08:40 - Ultimo agg. 11:21
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È ancora in prognosi riservata, ma i camici bianchi dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta non hanno avuto dubbi fin dal primo momento. Sospetto di meningite di tipo C, la tipologia più pericolosa e aggressiva della patologia. Il paziente, casertano, è un bimbo di quattro anni e mezzo, che frequenta la scuola Ruggiero di Caserta. Ieri mattina, i genitori del bimbo decidono di portarlo all'ospedale a causa di una febbre molto alta che, nonostante le terapie, non diminuiva.

Al pronto soccorso pediatrico, il piccolo paziente è arrivato intorno alle 12. Da qui, la storia ha un ritmo rapidissimo tra assistenza da parte dei pediatri del nosocomio e consulenza da parte di camici bianchi del reparto di Malattie Infettive. È subito chiaro a tutti che è indispensabile al bimbino un posto in Rianimazione pediatrica. Un reparto che a Caserta non esiste. I sintomi, evidenti fin da subito ai medici quelli caratteristici della patologia da meingococco di ceppo C, provocano problemi al bimbo, come quello di un'evoluzione di uno stato comatoso. Da qui, la necessità di una rianimazione. Altra conseguenza della patologia è il difetto di coagulazione. Dunque, è impossibile effettuare l'analisi clou per la diagnosi certa, ovvero quella del liquor attraverso la puntura lombare. Diventa pericoloso fare l'indagine specifica per la meningite, ma appare sempre più palese ai medici che la patologia del paziente potrebbe essere proprio quella. Ragion per cui, per i medici è fondamentale che il bambino venga ricoverato in un reparto di rianimazione pediatrica, in isolamento.

Unico nosocomio in Campania ad offrire questo tipo di ospitalità è il Cotugno. Alle 14, circa, dunque, il trasferimento in ambulanza del bimbo nell'ospedale napoletano. Da qui, il caso passa nelle mani del nosocomio specializzato: i medici potranno dare diagnosi certa di meningite soltanto dopo diverse ore dal ricovero del piccolo. Soltanto un'indagine speciale, la Pcr, specifica per la identificazione del Meningococco C, potrà fare il punto della situazione. Ma la certezza della diagnosi ci sarà soltanto in nottata. Subito dopo il trasferimento del il piccolo paziente, è stata attuata la profilassi (vaccino e antibiotico) su tutti gli operatori, che sono stati a stretto contatto con il bimbo, e con i suoi familiari. Dopo di questo, gli ambienti del Pronto Soccorso pediatrico sono stati sanificati in toto, dopo essere stati chiusi al pubblico. Infatti, gli accessi del Ps pediatrico sono stati trasferiti a quello che a breve sarà il nuovo Pronto soccorso pediatrico, sullo stesso piano del reparto di pediatria.

Dalle 17 di ieri pomeriggio, quegli stessi ambienti sono stati dichiarati di nuovo agibili. Dall'azienda ospedaliera casertana, i camici bianchi che si sono occupati del bimbo assicurano che «tutto è stato fatto, sia nei confronti del paziente che nei confronti degli operatori che sono entrati in contatto con lui, sia nei confronti degli altri pazienti che non hanno corso nessun rischio di contagio, visto che il paziente è stato in isolamento, fino al suo trasferimento». Intanto anche l'Asl, in particolare il Dipartimento di Prevenzione, si è mossa tempestivamente, dando seguito alle procedure protocollari: solo dopo la diagnosi certa dal Cotugno, verrà data comunicazione alla Regione del caso. Da qui, sorge dunque la preoccupazione circa la sufficienza dei vaccini messi a disposizione del'Asl di Caserta per prevenire la Meningite di tipo C: dal 2 gennaio, 4.500 dosi per il pubblico. È probabile che, dopo il caso di ieri, siano molto più numerose le richieste di vaccinazione presso i centri vaccinali.
 
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