Caserta. Appalto truccato per realizzare un asilo, indagati un parroco e il consigliere regionale Bosco

Caserta. Appalto truccato per realizzare un asilo, indagati un parroco e il consigliere regionale Bosco
di ​Mary Liguori
Giovedì 25 Febbraio 2016, 09:50 - Ultimo agg. 13:31
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Fondazione «San Giuseppe Tuoro» di Caserta nella bufera: avviso di conclusione indagine per turbativa d'asta al parroco e al consigliere regionale Luigi Bosco, oltre che ad altre cinque persone, tra le quali due consiglieri della fondazione e il marito di uno dei due.

L'accusa é quella di avere manipolato l'affidamento di un appalto per la realizzazione di un asilo. La procura di Santa Maria Capua Vetere ipotizza che la gara, valore un milione e mezzo di euro, fondi europei, sia stata affidata sulla base dei rapporti di parentela e amicizia esistenti tra il titolare della ditta e le persone che gestiscono la Fondazione, compreso il sacerdote.

La guardia di finanza (le indagini portano la firma della compagnia di Caserta, diretta dal capitano Domenico Ruocco e dal tenente Andrea Giugno) ha notificato l'avviso al consigliere regionale Luigi Bosco, segretario verbalizzante della commissione aggiudicatrice dell'appalto, al presidente della Fondazione, il sacerdote Biagio Saiano, ai coniugi Clementina Ferraiuolo, direttore amministrativo della Fondazione Tuoro, e Giuseppe De Liso, consigliere di amministrazione dell'ente nonché titolare della ditta aggiudicataria della gara.

Risultano indagati anche Maria Ficociello e Rosa Carafa, rispettivamente presidente e componente della commissione di gara, nonché il progettista dell'opera, Vincenzo Guadagno.

Le anomalie che hanno portato all'apertura dell'inchiesta sono emerse in virtù del conflitto d'interesse emerso a causa del doppio ruolo dell'imprenditore che si è aggiudicato la gara (De Liso è sia titolare della società aggiudicatrice dell'appalto che ex consigliere della Fondazione Tuoro), sia al tipo di specializzazione della ditta vincitrice dell'appalto: la T.P. Company si occupa di impianti fotovoltaici. 

Secondo il quadro tratteggiato dai sostituti procuratori Sabrina Fornaro e Gennaro Damiano, i sette si sono accordati per manipolare la gara e quindi per affidare l'opera «in virtù di rapporti di parentela e amicizia».

Va detto che all'indomani della notifica degli avvisi di garanzia, la Fondazione ha rinunciato al finanziamento Por Campania Fesr 2007/2013:  i fondi sono dunque persi per sempre, la somma ammontava a un milione e mezzo di euro e doveva servire al recupero del Palazzo Cutillo, dimora di interesse storico che avrebbe dovuto ospitare l'asilo finito al centro dell'indagine della guardia di finanza.

«Sono sereno e confido nell’operato degli organi inquirenti, dai quali spero di poter essere chiamato quanto prima per fornire i chiarimenti necessari e fugare eventuali dubbi» spiega in una nota Luigi Bosco. «E’ stato un fulmine a ciel sereno; sembra inverosimile trovarmi coinvolto come oggetto di indagini in una situazione in cui ho unicamente espletato la mia attività professionale di amministrativista, come segretario verbalizzante e come legale, peraltro anche con risultati positivi concreti, come la vittoria innanzi al Tar Napoli nel giudizio in cui ho difeso la Fondazione San Giuseppe. Preciso che per tutta l'attività svolta non ho ancora percepito un solo euro, rimanendo creditore nei confronti della Fondazione; come si suol dire ‘danno e beffa’», conclude.
 
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