Travolto e ucciso davanti al figlio:
«Ero ubriaco, non ricordo niente»

Travolto e ucciso davanti al figlio: «Ero ubriaco, non ricordo niente»
di Vincenzo Ammaliato
Lunedì 19 Agosto 2019, 08:00 - Ultimo agg. 18:25
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Era ubriaco il pirata della strada che ha ucciso l'incolpevole trentaquattrenne Giorgio Galiero sabato sera e che stava per investire anche il figlio di sei anni. Lo ha ammesso lui stesso quando i carabinieri lo hanno trovato ancora tra i fumi dell'alcol a casa della fidanzata.

La caccia all'uomo messa dura poche ore. Giunti immediatamente sul posto i militari dell'arma diretti dal comandante di stazione Salvatore Nardella ascoltano prima i testimoni dell'impatto con cui la Bmw X6 impazzita ha ucciso la vittima. Poi si fanno consegnare dai gestori dellle attività commericali del posto le immagini di videosorveglianza interna, e grazie ai fotogrammi riescono a risalire alla targa.
 
I testimoni hanno già fornito importanti dettagli agli investigatori, spiegando che si tratta di una targa straniera, e precisamente polacca. E mentre il giudice di turno della procura di Santa Maria Capua Vetere autorizza il prelievo della salma e il trasporto all'obitorio dell'ospedale civile di Caserta, i carabinieri si mettono sulle tracce del killer stradale.

Le prime indicazioni portano a Licola, dove risulta domiciliato un cittadino ucraino, illegalmente presente in Italia, che spesso è stato visto in possesso della presunta vettura responsabile dell'incidente. Ma i carabinieri sanno anche che a Pinetamare, a poche decine di metri dal luogo del tragico incidente, vive una ragazza italiana che lo stesso individuo frequenta abitualmente da qualche mese. Qui, alle 3 di mattina, sotto casa della ragazza, viene trovata parcheggiata una Bmw con visibili segni di danneggiamento sul lato destro della fiancata, compatibili con l'impatto, ma soprattutto, nello stesso lato non ha lo specchietto. Sul luogo dove è morto Galiero, gli inquirenti fra i vari referti hanno segnalato e tradotto in caserma, proprio uno specchietto del modello di questa automobile. È quasi certo sia l'auto guidata dal pirata. I carabinieri fanno irruzione nell'abitazione e sul divano trovano il sospettato. Dorme ed è in chiaro stato di alterazione dovuta a una forte assunzione di alcol. L'automobile è sequestrata e l'uomo immediatamente condotto in caserma.

Seppure nel cuore della notte, la notizia si diffonde rapidamente nella località di Castel Volturno e all'esterno della stazione si raduna una folla di amici di Giorgio, col desiderio di vedere da vicino la belva che gli ha strappato con violenza il proprio caro. Il sospettato, però, non conferma l'incidente. Sostiene di aver bevuto troppo alcol e di non ricordare nulla di tutto quello che sia successo la sera precedente. Ma sul suo capo ci sono elementi a sufficienza per confermare il fermo, ed è condotto al carcere di San Tammaro a disposizione della procura.

Il suo nome è Mykola Girniak, ucraino, irregolare sul territorio italiano, ha trentasette anni e sebbene viva facendo lavori saltuari come il bagnino guida un'automobile piuttosto costosa e con targa straniera. È una circostanza questa che accade spesso nei territori della Domiziana dove sono numerose le vetture immatricolate all'estero e quasi nessuna di queste ha regolari contratti di assicurazione per la responsabilità civile. Senza dimenticare che Castel Volturno, da recenti studi dell'Aci, risulta essere la terza città in Italia per circolazione di automobili senza assicurazioni, addirittura il 46 per cento delle vetture registrate alla motorizzazione. Eppure ci troviamo in una città dove appena tre giorni fa il ministro degli interni aveva detto testualmente: «Castel Volturno deve essere felice perché qui c'è lo Stato». L'incidente che ha strappato Giorgio alla sua famiglia e alla comunità dista cinquanta metri dal palazzo che ospita il commissariato e la scuola della forestale dove sono state pronunciate queste parole.
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