Denunciò i clan, odissea finita: arriva il rinnovo del porto d'armi

Denunciò i clan, odissea finita: arriva il rinnovo del porto d'armi
di Angela Rossi
Domenica 5 Luglio 2015, 23:16 - Ultimo agg. 6 Luglio, 08:33
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CASERTA - Si è conclusa, ma non ancora completamente, la spinosa vicenda dell'imprenditore di Cellole Antonio Picascia, raccontata ieri su «Il Mattino». Il testimone di giustizia, che ha denunciato la camorra negli anni scorsi, aveva denunciato il suo caso con una lettera indirizzata alla Prefettura di Caserta e al ministro Alfano. Uno scritto nel quale sottolineava di essere senza più alcuna difesa poichè il rinnovo del porto d'armi, nonostante le rassicurazioni, non gli era poi stato ancora perfezionato. Motivo per cui, dovendo partire per Milano dove partecipa all'Expo con la sua azienda, era stato costretto a lasciare la pistola nella cassetta di sicurezza e a macinare chilometri su chilometri senza alcuna possibilità di potersi eventualmente difendere.



Nonostante ieri fosse domenica, Picascia è stato però chiamato dalla Prefettura per la comunicazione che il porto d'armi era «pronto» e che avrebbe potuto ritirarlo anche nella stessa giornata. «Anche a farlo ritirare da persone di fiducia - commenta Picascia, raggiunto telefonicamente a Milano - non avrei avuto la possibilità di armarmi. Insomma, il risultato non sarebbe cambiato. Potrò ritirarlo lunedì 13 luglio, non prima. Eppure, avevo fatto presente che sarei stato in Lombardia per una settimana».