Detenuto ucciso all’Opg di Aversa: Ministero a giudizio

Detenuto ucciso all’Opg di Aversa: Ministero a giudizio
di Marilù Musto
Sabato 28 Maggio 2016, 08:25 - Ultimo agg. 12:11
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CASERTA - Il ministero della Giustizia è stato citato in giudizio come responsabile civile della morte di un detenuto dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Federica Villano, ieri mattina, al termine dell’udienza preliminare. La richiesta di portare in tribunale il Ministero di via Arenula era stata presentata dagli avvocati difensori dei familiari del detenuto Cibati Seiano di Vico Equense, ucciso da cinque «compagni di carcere» perché «pedofilo», stando alla versione dei responsabili. Seiano era finito dietro le sbarre del carcere psichiatrico di Aversa, «Filippo Saporito», infatti, dopo una condanna emessa dal tribunale per abusi su minori.

Una storia triste quella dell’Opg, con al centro Seiano, malato e per questo bisognoso di cure, ma anche responsabile di atroci sofferenze su bambini innocenti. Al delitto dell’uomo, nel gennaio del 2015, avevano partecipato, stando all’accusa, i detenuti Attilio Ravizzola di Brescia, Alessandro Basile di Napoli, Cosimo Stella Damiano di Colleferro, Fabrizio Aureli di Roma e Maiorano Massimo, nato in Germania. Approfittando di un momento di distrazione della polizia penitenziaria e degli infermieri, i cinque avevano colpito con calci e pugni la vittima alla testa sfondando il cranio e rompendo la mascella del detenuto. Avevano lesionato i polmoni e rotto le ossa del dorso. Il corpo martoriato del detenuto era stato trovato la mattina successiva dal personale del carcere. La vittima era deceduta dopo una lenta agonia, da sola, nel buio e al freddo di una cella. Maiorano avrebbe istigato gli altri detenuti dicendo che andava punito perché era un pedofilo, ma era poi rimasto fuori la cella di Cibati Seiano per verificare che nessuno arrivasse. Il blitz si era concluso con la morte.

Dopo un anno di indagini, il pm della procura di Santa Maria Capua Vetere ha chiuso l’inchiesta e ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti i responsabili. È stato a questo punto che i familiari di Seiano - i genitori - rappresentati in tribunale dagli avvocati Dario Pepe, Gennaro Iannotti e Alessandro Verrico, hanno deciso di chiamare in causa il Ministero con a capo Andrea Orlando in quanto «il detenuto era affidato alle cure dello Stato», si legge nella richiesta dei legali.

Cibati Seiano è entrato in carcere vivo e ne è uscito cadavere. Un caso simile a quello di Stefano Cucchi a Roma, ma diverso per il contesto e lo scenario.
Il giudice Villano, così scrive nel suo provvedimento: «Il tribunale ordina la citazione, quale responsabile civile, del Ministero della Giustizia nel procedimento penale per l’udienza del 21 ottobre del 2016».
Dunque, alla sbarra, fra cinque mesi, oltre ai protagonisti dell’omicidio, dovrà presentarsi anche l’avvocato difensore del Ministero di via Arenula. L’accusa da cui dovrà difendersi è quella di omicidio.
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