Di Maio con il fratello del boss pentito:
«Ho fatto mille foto, non sapevo chi fosse»

Il vicepresidente della Camera Di Maio con Salvatore Vassallo
Il vicepresidente della Camera Di Maio con Salvatore Vassallo
di Lorenzo Calò e Lorenzo Iuliano
Domenica 6 Novembre 2016, 19:56 - Ultimo agg. 7 Novembre, 15:18
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Una foto-ricordo che sta facendo il giro del web. Un’iniziativa elettorale conclusa con uno scatto che ora però rischia di creare un caso politico. Protagonista è il vicepresidente della Camera dei deputati, Luigi Di Maio del Movimento Cinque Stelle, ritratto insieme con Salvatore Vassallo, fratello del pentito del clan dei Casalesi Gaetano e a sua volta sotto processo per disastro ambientale, con l’accusa di aver avvelenato il territorio della Terra dei fuochi, in particolare l’area tra Giugliano e Parete. Va da sé: Salvatore Vassallo non ha una condanna passata in giudicato (siamo ancora al primo grado di giudizio), dunque l’istantanea con Di Maio pone all’esponente di primo piano del M5S soltanto una questione di opportunità politica soprattutto per un partito, come i pentastellati, che ha sempre fatto dell’integrità morale e della lotta all’illegalità la sua bandiera. E infatti la reazione di Di Maio - impegnato ieri sera in un’iniziativa referendaria a Rende, in provincia di Cosenza - non si è fatta attendere: «Sono stato a Cesa lo scorso 2 novembre per un incontro organizzato dagli attivisti del movimento sul No al Referendum. Dopo l’evento gli attivisti mi hanno portato a cena in un ristorante della zona. Non conoscevo i proprietari e come spesso accade mi hanno chiesto una foto. Avrò fatto centomila foto in questi anni. Non avevo idea di chi fossero. È una foto scattata prima di andare via - ha detto - Io lotto tutti i giorni contro chi ha avvelenato la nostra terra e non voglio minimamente che una foto possa intaccare anni di battaglie. Il Movimento 5 Stelle è in prima linea nella lotta alla criminalità. Io la camorra la voglio distruggere e non ho nessun contatto con queste persone». 

La foto è infatti stata scattata mercoledì scorso nel ristorante «Zì Nicola» di Cesa, in provincia di Caserta, di proprietà di Vassallo, dove Di Maio era arrivato al termine di un evento organizzato per sostenere le ragioni del No al referendum. Nell’aula consiliare aveva appena finito di esporre le sue argomentazioni a sostegno del voto contrario accanto ai vertici casertani del movimento, con la senatice Vilma Moronese e il consigliere regionale Vincenzo Viglione. 

Un’iniziativa organizzata dal gruppo consiliare di Cesa, all’opposizione, composto da Raffaele Bencivenga e Amelia Bortone. Finito il comizio, poi tutti a cena. Ma dove? I referenti locali scelgono il noto e storico ristorante «Zì Nicola», gestito da Salvatore Vassallo (che ha sposato la figlia del proprietario), uno dei 9 fratelli di Gaetano, la «gola profonda» che ha svelato il perverso intreccio tra gli affari del clan e i veleni della terra dei fuochi. Salvatore è sotto processo, accusato proprio dal fratello subito dopo la sua decisione di collaborare con la giustizia. Già nella primavera del 2008 l’uomo che ha gestito i traffici delle ecomafie chiama in causa i familiari. Parla delle loro entrate e fa riferimento anche al ristorante «Zì Nicola». Per il pentito Gaetano quel fratello Salvatore è «croce e delizia». E la sera del 2 novembre il vicepresidente Di Maio si ritrova nel locale dei Vassallo. Un’appartenenza ben nota in paese e per giunta i due consiglieri comunali dei Cinque Stelle sono entrambi avvocati. Ma a fine serata viene comunque scattata la foto che ritrae Di Maio con Vassallo. Non resta però solo il ricordo di un ospite vip a cena. I titolari del locale pensano che valga la pena pubblicizzare l’evento e sulla pagina facebook del ristorante «Zì Nicola» compare un post con due foto e la frase: «Bellissima serata con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio». Giù una valanga di like, ben 231 e diversi commenti («Anche lui è un intenditore della buona cucina», scrive un fan). E pure lo stesso consigliere Bencivenga di Cesa condivide l’immagine.
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