Gli sms «hard» dei pusher per ordinare i carichi di coca

Gli sms «hard» dei pusher per ordinare i carichi di coca
di Mary Liguori
Mercoledì 10 Febbraio 2016, 12:27
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«Fino a che ora possiamo fare l'amore?», «Fino a mattina». No, non è il titolo di un film erotico, tantomeno uno scambio appassionato di battute tra due amanti focosi, ma i messaggi d'intesa tra il narcotrafficante e uno dei suoi clienti. Codice ispirato al sesso, dunque, per gli indagati dell'ordinanza di custodia cautelare che due notti fa ha portato a 36 arresti tra Caivano e Caserta.
 



Amore e violenza, droga e soldi, tentativi, maldestri, di svincolarsi dalle maglie della giustizia.C'è questo, anche questo, dentro l'indagine con fulcro tre presunti fornitori di cocaina del Parco Verde ed è sulle loro figure che si incentra, per lo più, l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Isabella Iaselli su richiesta del pm Antimafia Luigi Landolfi.Il personaggio chiave è Salvatore Natale, alias «lo zoppo», perché subì l'amputazione di una gamba in seguito ad un terribile incidente stradale.

È lui, secondo la procura, la «fonte» della cocaina, l'anello di giuntura tra il Parco Verde e la provincia di Caserta. Sono suoi i carichi di polvere bianca che alimentano le piazze di spaccio di Santa Maria Capua Vetere, San Prisco, Orta di Atella, Casal di Principe. Ed è lui, leggendo gli atti, a mettere in piedi uno degli escamotage più «originali» finalizzato a fuorviare le indagini.Un passato legato al clan a Montagna-Castaldo, un figlio in prigione con l'accusa di essere vicino alla cosca dei Padulo, le cimici dei carabinieri intercettano 4mila sue telefonate, nonostante la sua scaltrezza induca lui, ed altri indagati, ad utilizzare linee «dedicate» per la consegna della droga. E questo non è il solo trucco al quale ricorre. In più occasioni, i pusher casertani che lo contattano al telefono si rivolgono a lui appellandolo come «zia» e, Natale, al telefono, voce in falsetto, parla come una donna. Il suo nome in codice, insomma, è «zia Filomena»: così lo chiamano i clienti che gli scrivono messaggi «d'amore» nel cuore della notte per celare appuntamenti che -sostiene il gip sono finalizzati alla consegna della droga.

Il tenore delle conversazioni intercettate si intreccia, sul piano dei sentimenti se così li si vuol definire - con una storia che invece di fittizio non ha proprio nulla. L'altro presunto trafficante di Caivano, Andrea Silvestri, compare in un servizio de Le Iene dello scorso anno in occasione del suo anniversario di matrimonio: «Sono sposato da 14 anni e sono anche nonno di una bambina di tre», racconta a Enrico Lucci che a Caivano realizza un servizio satirico dopo l'escalation di violenza registrata proprio per il controllo delle piazze di spaccio. Silvestri è protagonista della puntata, racconta con la sua serenata alla moglie, affidata a Luciano Caldore, che il Parco Verde non è solo droga e malaffare, ma anche «normalità» di famiglie, di coppie innamorate. Esattamente un anno dopo, i carabinieri lo hanno arrestato per droga e adesso, quel video che ancora è on line sul sito di Mediaset, suona più stonato che mai.

Silvestri, d'altronde, è protagonista nel racconto messo insieme dalla procura anche di una vicenda che esula il business della droga.
La sua giovane figlia ricostruiscono gli investigatori mentre sono sulle tracce dei pusher intreccia una relazione sentimentale con il figlio di un altro indagato, Domenico Ferrara. Quest'ultimo però, non approva la relazione tra i due ragazzini e prende decisioni drastiche. E spara contro le vetrine del negozio di telefonia del mancato consuocero. Storie di Montecchi e Capuleti nostrane, dietro il traffico di droga interrotto dai carabinieri. Da oggi, i trentasei indagati avranno modo di spiegare la loro versione dei fatti, di difendersi dinanzi al gip nel corso degli interrogatori di garanzia.

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