«Iscrivetevi al Club Napoli», ma è una richiesta di pizzo

Operazione dei carabinieri
Operazione dei carabinieri
di Mary Liguori
- Ultimo agg. 5 Febbraio, 08:15
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Il pizzo sotto forma di quote per il Club Napoli, ma il circolo dei supporters azzurri era fittizio e quei soldi altro non erano che estorsioni: il loro «target» era un imprenditore edile, titolare di più aziende nel Casertano, e di alcuni impianti sportivi. Con questa accusa sono stati bloccati con un fermo della Dda due presunti estorsori di San Tammaro. Cipriano Gravante e Sebastiano Pistone sono stati bloccati dopo un’indagine lampo dei carabinieri della stazione di Santa Maria Capua Vetere, agli ordini del maresciallo Mario Iodice, coordinati dalla compagnia diretta dal capitano Franco Macera. Dalla denuncia da parte della vittima, alle manette sono passate solo 5 settimane: immediato da parte del pm Antimafia Luigi Landolfi, alla luce di quanto raccolto dai carabinieri, è scattato il fermo nei confronti della coppia. 
Diverse le vicende ricostruite nel corso delle indagini, compresa quella che colloca i due presunti estorsori nell’orbita del clan Schiavone. Ipotesi, al momento, che però sono bastate alla Direzione distrettuale antimafia per confezionare l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. In un’occasione, i due si sarebbero presentati presso l’impianto sportivo gestito dall’imprenditore finito al centro delle loro mire e gli avrebbero intimato di mettere a disposizione la struttura sportiva «per far giocare gli amici di Casale». Subito dopo, evidentemente dopo aver capito che la vittima non si sarebbe piegata, ma anzi avrebbe denunciato tutto ai carabinieri, gli avrebbero intimato di «non fare la guerra contro i compagni», avanzando in quell’occasione una richiesta di denaro con la formula più classica: «il contributo per le famiglie dei carcerati». La somma che avrebbe dovuto versare ammontava a mille euro.
«Originale», infine, il metodo escogitato per cercare di obbligare l’imprenditore a fare da collettore per la riscossione delle tangenti. Alla vittima sarebbe infatti stato chiesto di trovare cento persone, tra i clienti della struttura sportiva, che versassero una quota di dieci euro ciascuno per iscriversi ad un fantomatico club di tifosi del Napoli, ma il club in questione non è mai esistito. 
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