«Stop al G7 economico a Caserta è
un danno da 3 milioni di euro»

«Stop al G7 economico a Caserta è un danno da 3 milioni di euro»
di Lorenzo Iuliano
Venerdì 30 Settembre 2016, 08:26
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CASERTA - La bocciatura di Caserta come sede del G7 dell’Economia? «Un danno di immagine da 3 milioni di euro, un fatto grave, un autogol del governo, che ha innescato una guerra tra poveri dal punto di vista della comunicazione al Sud, dove invece c’è bisogno di incoraggiare le potenzialità». Il massmediologo Klaus Davi, volto noto della tv, analizza senza sconti gli effetti del no del governo all’evento internazionale del 2017 nel capoluogo. Anche se dal ministero dell’Economia si precisa che il capoluogo non è stato bocciato, semplicemente perché non era ancora stato scelto ufficialmente. «Eppure la Reggia di Caserta con questo evento avrebbe potuto rafforzare il suo ruolo di simbolo di riscossa dopo l’arrivo del nuovo direttore, ora invece ci si trova di fronte a un messaggio non certo incoraggiante per una realtà in cui tutti sapevano già prima che esistono problemi, ma che proprio di recente aveva dato segnali di riscossa a partire dal suo massimo monumento», spiega Davi.

Non lo convincono nemmeno le motivazioni della stroncatura contenute nella relazione dei tecnici inviati da Roma, legate alla scarsa sicurezza della città, al degrado, ai problemi logistici e di ricettività alberghiera. «Queste spiegazioni – incalza Davi - mi sembrano una cavolata e sono anche gravi, vuol dire che il governo accusa se stesso. Faccio un esempio: se mio figlio non studia ed è un delinquente la colpa è della famiglia o no? Allo stesso modo, se a Caserta ci sono le prostitute sul vialone o il degrado davanti alla Reggia è un problema dello Stato o no? Il sindaco della città può essere stato incauto ad annunciare subito il vertice, ma mica se l’è inventato».
L’esperto ricorda un episodio simile nel recente passato: «Negli anni Novanta a Pisa si tenne un vertice internazionale con Tony Blair a ridosso di un noto quartiere frequentato da trans, ci furono pure polemiche ma mica lo cancellarono. Per questo propenderei per una causa più politica a monte della bocciatura, legata agli equilibri interni al Pd. Non è in sé una colpa, ma il Sud in questa fase ha bisogno di essere motivato e non demotivato e questa decisione lo sconforta parecchio. Pensiamo a una persona che vive al Nord e ha sentito o letto dai giornali che il governo boccia Caserta, allora perché dovrebbe venire in città? Un danno enorme, che vale 3 milioni di euro. La notizia infatti è rimbalzata anche su alcuni siti esteri, inglesi e tedeschi, vale a dire il nocciolo duro dei turisti stranieri che arrivano in Campania e anche a Caserta. Un flusso economico importante. Ora Caserta e la Reggia devono continuare il loro cammino, al di là del colpo arrivato».

Davi è amareggiato per la considerazione in cui è tenuto gran parte del Sud, «dove non a caso, dai sondaggi e dalle mie interviste, prevale un no al referendum che è un segnale di protesta più che di adesione convinta», dice e aggiunge: «I grandi vertici nel Mezzogiorno li ha inventati Berlusconi, niente di nuovo sotto il sole, il problema in zone come quella di Caserta è la continuità della presenza dello Stato, che non deve essere episodica. C’è bisogno dello Stato che propone, non solo di quello che reprime e arresta, sistema che funziona bene grazie alle Procure. Serve un impegno costante tutto l’anno».

Il massmediologo ha un pensiero anche per i cittadini: «Hanno subito un’umiliazione incredibile. Se lo Stato dà di fatto del delinquente ai suoi cittadini ammette una sconfitta. Mi aspetterei ora un atteggiamento diverso anche da parte del presidente della Regione De Luca, un impegno a fare video per aiutare la sua terra e non più ridicolizzarla con le parodie».
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