Marcianise. Camorra: parla il figlio del boss pentito, sequestrati due uffici nella disponibilità del clan Belforte

carabinieri Marcianise
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Venerdì 6 Maggio 2016, 12:01 - Ultimo agg. 13:34
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Marcianise. Due uffici e quattro box auto: questo è parte del piccolo tesoro sequestrato dalla Dda di Napoli e intestato alla società Mi.Cal srl. La ditta fa capo a Sebastiano e Franco Minutolo e a Giovanna Mazzarella, accusati di intestazione fittizia di beni per conto della cartello criminale egemone a Marcianise. Le indagini della Dda di Napoli e dei carabinieri di Caserta hanno svelato che il clan praticava usura con tassi di interessi altissimi. In particolare, alla società edìle Mi.Cal la camorra aveva prestato 300mila euro, ma a garanzia della restituzione della somma i titolari avrebbero messo a disposizione i due uffici situati in viale Carlo III a Caserta del valore complessivo di 700mila euro.  L'inchiesta sui tre titolari di presunte somme occulte appartenenti al clan di Marcianise, partirono nel 2007, quando i carabinieri perquisirono l'abitazione di Bruno Buttone, killer del gruppo dei Belforte e ora pentito. Nell'abitazione venne scoperta la contabilità del clan e un elenco di possibili prestanomi ai quali erano intestati i beni. Le indagini sono state poi corroborate dalle dichiarazioni del collaboratore di giusitzia Camillo Belforte, figlio del capoclan Salvatore.
Camillo, come il padre, ha scelto la strada del pentimento.
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