«Messaggi dal carcere
per intimidire segreteria di Alfano»

«Messaggi dal carcere per intimidire segreteria di Alfano»
«Messaggi dal carcere per intimidire segreteria di Alfano»
di Marilù Musto
Sabato 18 Novembre 2017, 06:15 - Ultimo agg. 19 Novembre, 18:07
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In questa storia di appalti e corruzione, la cronaca segue il copione classico. Questa volta si parla di messaggi in codice durante i colloqui in carcere con i due figli per far ritrattare le accuse e «far scoppiare una bomba», così come diceva il padre. A lanciarli, i messaggi, non era uno qualunque. E nemmeno un boss. Ma era l’ex sindaco di San Felice a Cancello, un comune del Casertano, ed ex consigliere regionale Pasquale De Lucia - facile ai cambi di casacca dell'ultima ora, vicino, l'ultima volta, all'Ncd - accusato di aver truccato gare d’appalto e di aver favorito la camorra, in due inchieste differenti. E proprio perché dal carcere avrebbe fatto filtrare «messaggi» intimidatori verso i testimoni che lo «incastravano», c’è il reale pericolo, ancora attuale, di «inquinamento probatorio».

Per questo Pasquale De Lucia non può tornare in provincia di Caserta ed è giusto che resti a Scalea, in Calabria, stando ai giudici.
A rivelare il tentativo di far scoppiare «la bomba» sul capo della segreteria del sottosegretario del ministero della Difesa Gioacchino Alfano, è stato il pubblico ministero Gerardina Cozzolino della procura di Santa Maria Capua Vetere che in una sua ultima opposizione alla richiesta di «rientro» in provincia del suo imputato, rivela e scrive, nero su bianco, ai magistrati del tribunale che «nel colloquio nel carcere di Santa Maria il 5 e il 7 ottobre del 2016, De Lucia avrebbe indotto la figlia e il figlio a contattare diverse persone al fine di far emergere “il fatto della motocicletta” del “capo della segreteria di Alfano” definito in maniera spregevole». In sostanza, il pm scrive: «Il passaggio della conversazione fa desumere che l’intenzione dei tre sia quella di far dichiarare a un loro conoscente che il primo segretario di Alfano abbia acquistato una motocicletta senza pagare alcuna somma di denaro». 
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