Omicidio-suicidio di Giffoni: «Giustina era minacciata da tempo, il delitto si poteva evitare»

Omicidio-suicidio di Giffoni: «Giustina era minacciata da tempo, il delitto si poteva evitare»
di Mena Grimaldi
Mercoledì 4 Febbraio 2015, 23:28 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 08:39
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CASERTA - A circa quarantotto ore di distanza dai funerali di Giustina Copertino, 29 anni, di Casal di Principe, e del marito Salvatore Varavallo, 35 anni, di Sant’Arpino, e a ventiquattrore dal giorno in cui i due si sarebbero dovuti presentare al tribunale di Napoli Nord per l’udienza di separazione, emergono nuovi particolari sul rapporto di coppia, a partire dagli episodi di minacce avvenuti dal gennaio 2014. L’ultimo, in ordine di tempo, circa una settimana prima dell’omicidio-suicidio avvenuto a Giffoni Valle Piana.



La vittima, così come risulta anche agli atti della separazione seguita dallo zio e dalla cugina che porta il suo stesso nome, Giovanni Copertino e Giustina Copertino, decide di lasciare Salvatore perché alla base ci sarebbero stati degli episodi di violenza domestica. Dei piccoli episodi iniziati qualche anno dopo il matrimonio, celebrato il 21 maggio del 2005, fino ad arrivare, nel corso del tempo, a delle vere e proprie minacce di morte.



Giustina si è recata o ha chiamato i carabinieri di Casal di Principe almeno in sei occasioni per denunciare i comportamenti del marito. Due volte ha formalizzato verbalmente le denunce, allegate anche agli atti della separazione.