Patrizia, sette mesi, paziente della finta pediatra: «Cancro scambiato per otite»

Patrizia, sette mesi, paziente della finta pediatra: «Cancro scambiato per otite»
di Mary Liguori
Sabato 25 Giugno 2016, 08:49 - Ultimo agg. 15:07
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Cattiva alimentazione, «basta una dieta corretta» per una bimba svezzata solo da qualche mese. Nell'aprile del 2012, Patrizia Vassallo aveva sette mesi, un addome «ipersviluppato» visibile a occhio nudo. Allo studio Coronella, dove una «dottoressa» la visitò per due volte, la diagnosi fu che «mangiava male» e quindi alla neonata fu prescritta solo una dieta. Il 7 e il 14 aprile del 2012 la piccola Patrizia fu visitata da una finta dottoressa che suggerì alla mamma cosa darle da mangiare. Ai primi di maggio, il ricovero d'urgenza al Santobono e l'intervento, poche ore dopo.

Patrizia morì quella notte stessa. L'addome era così gonfio perché aveva una massa tumorale che si estendeva dal collo all'ano. Un lipoblastoma benigno. Lo hanno sentenziato i medici che eseguirono l'autopsia, le cui conclusioni sono drammatiche e fanno rabbia: «Patrizia poteva essere salvata». Sarebbe «bastata» una diagnosi precoce e quindi l'intervento chirurgico, in tempi utili, le avrebbe salvato la vita. Ma andò diversamente perché, a Casal di Principe, in quello studio rinomato al punto da calamitare piccoli pazienti da tutto il Litorale Domitio al Giuglianese, la visitò una donna che medico non era, Ersilia Pignata, con il benestare del marito, il pediatra Angelo Coronella, e la «dieta» le fu prescritta dalla maestra di musica in camice da medico. Lo dice una sentenza, emessa nel dicembre del 2013: marito e moglie sono stati condannati rispettivamente a tre e a sei mesi di reclusione con la condizionale, colpevoli dei reati di esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona. Condanna a seguito di un patteggiamento, quello conseguito dal pm Pavani, dinanzi all'allora sezione distaccata del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Indagini della guardia di finanza del gruppo di Aversa, diretto dal tenente colonnello Danilo Toma, portarono alla luce anche altri scenari per i quali si configura l'ipotesi di omicidio colposo: il dibattimento inizierà a settembre. Archiviata, invece, la posizione di un pediatra del Santobono che pure era finito sotto indagine.

Purtroppo, dopo Patrizia, un'altra piccola paziente dei Coronella ha perso la vita, secondo la procura, a «causa della mancata diagnosi e per la sottovalutazione dei sintomi». Asya Bosco aveva tre anni ed è morta nel 2013 per un neuroblastoma al IV stadio «scambiato per un'infiammazione alle vie urinarie». Per questa seconda vicenda, la procura di Napoli Nord ha chiesto e ottenuto la misura ai domiciliari per Coronella e per la moglie. Rispondono di omicidio colposo, esercizio abusivo della professione, sostituzione di persona e violazione dei sigilli dello studio medico: avrebbero continuato ad utilizzare i locali dopo il sequestro preventivo.