Piscina comunale, il Tar conferma: contratto sciolto

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di Domenico Zampelli
Giovedì 8 Dicembre 2016, 09:44
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CASERTA - Piscina comunale Dennerlein, il Tar Campania conferma: è da intendersi risolto il contratto tra palazzo Castropignano e l’Assonuoto Club Caserta per la reiterata inadempienza nei pagamenti da parte della società che ha gestito la struttura. 
La convenzione fra le parti era stata stipulata nel 2012, prevedendo un canone annuo pari a 26.000 euro per un primo periodo – prorogabile – della durata di 23 anni. Nell’atto l’Assonuoto si era assunta la gestione tecnico-amministrativa, la sorveglianza e la custodia sulle strutture, sugli impianti e sulle relative attrezzature, nonché la manutenzione ordinaria e straordinaria di tutte le apparecchiature e degli impianti, l’assistenza agli utenti e l’esercizio di ogni attività tesa a favorire la pratica di attività ricreative e sportive compatibili con la struttura e le attrezzature della piscina. A momento della stipula l’impianto non era funzionante a causa di gravi lesioni strutturali, per cui nel disciplinare di gara era stato espressamente posto a carico del concessionario il completamento dei lavori già iniziati. 
Nel corso del rapporto si erano evidenziate, come rappresentato dal Comune «reiterate inadempienze del concessionario a.s.d. Assonuoto club Caserta, in relazione al regolare versamento del canone di concessione dovuto all’Amministrazione per la gestione della struttura». Da qui la decisione, agli inizi del 2016, di procedere alla revoca del contratto a far data dal 18.4.2016, con contestuale escussione della fidejussione prestata a garanzia degli obblighi contrattualmente previsti. Un provvedimento impugnato dalla società concessionaria, che ha contestato per un verso la correttezza dell’iter procedimentale seguito dal Comune e per altro verso l’inesistenza dei presupporti per dichiarare l’inadempimento e per disporre la revoca della concessione e quindi il corretto uso dei poteri pubblicistici. Argomentazioni respinte dal tribunale amministrativo, che è partito dall’incontestata circostanza del mancato rispetto delle modalità di corresponsione del canone da parte dell’Assonuoto, che ha «proceduto sempre a versamenti parziali ed estemporanei, tanto da essere oggi difficile operarne una corretta ricostruzione».
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