Proiettile nella sede Pd, l'ombra degli appalti dietro le minacce

il governatore De Luca e la segretaria Tartaglione nella sede Pd di Caserta
il governatore De Luca e la segretaria Tartaglione nella sede Pd di Caserta
di Lorenzo Iuliano e Mary Liguori
Mercoledì 3 Febbraio 2016, 07:38
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CASERTA - Appalti e veleni, recriminazioni e faccende che vanno oltre il semplice contrasto politico tra le varie anime del Pd. A Caserta il tesseramento dei Democrat è iniziato con una lettera di minacce corredate da un proiettile, ma l’inchiesta aperta dopo la ricezione del plico nella sede di via Maielli va oltre ciò che sta accadendo in città e si sofferma sul passato recente di Grazzanise, comune che l’anonimo redattore della missiva intimidatoria segna accanto alla frase «è cosa nostra».

L’invito a «farsi gli affari propri» è indirizzato a personaggi del calibro del presidente dell’Anac Cantone, del presidente della Regione De Luca, della senatrice Capacchione e degli eurodeputati Caputo e Picierno. Accanto ai loro nomi compare quello di Teresa Cerchiello, segretaria Pd a Grazzanise e presidente del consiglio comunale. E su questa pista, oltre che su altre, batte la Digos di Caserta, diretta da Vincenzo Palmiero. E torna attuale la storia di un appalto per il quale la Cerchiello aveva chiesto l’intervento dell’Anac, il project financing per il restyling del cimitero di Grazzanise. Storia di una ditta che era stata colpita da interdittiva antimafia, di un’apertura stentata e passata attraverso la lente d’ingrandimento dell’Authority il cui esame sembrava concluso ma che invece, a quanto pare, è ancora in corso. Potrebbe essere questa una delle chiavi di lettura delle minacce. Ipotesi, per il momento, al vaglio della procura accanto a quella di un tentativo di inquinare il tesseramento in corso a Caserta e di mettere a rischio le Primarie del 6 marzo.

Si muove su due fronti intanto la reazione dei vertici regionali e provinciali del Pd. Da un lato la certezza che le intimidazioni non fermeranno l’impegno per la legalità, dall’altro la richiesta ai vertici delle forze dell’ordine di fare piena luce sull’episodio. La segretaria campana Assunta Tartaglione è stata la prima a intervenire ieri mattina: «Condanniamo il vile atto intimidatorio e siamo vicini ai nostri iscritti, ai parlamentari, a De Luca e a Cantone, per le minacce subite», commenta e aggiunge: «Auspichiamo che si faccia chiarezza e vengano individuati al più presto i responsabili». Le fa subito eco il presidente regionale dei Democrat, Stefano Graziano, che parla di «un attacco a tutta la comunità democratica di Terra di Lavoro». Il consigliere regionale analizza anche il contesto: «Un gesto che, tra l’altro, coincide con la diffusione della relazione della Dia nella quale viene sottolineato come la camorra sia ancora capace di condizionare le fasce deboli della popolazione, ponendosi come punto di riferimento unitario e alternativo allo Stato e di infiltrarsi negli appalti e nelle amministrazioni pubbliche. Non ci faremo intimidire», conclude Graziano.

Concetto ribadito anche dalla deputata Camilla Sgambato: «Non saranno certo questi discutibili atti intimidatori a fermare l’impegno per la legalità del Pd», fa sapere. Un appello a «reagire con fermezza, responsabilità e coesione a tutti i livelli istituzionali» arriva dal presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosetta D’Amelio, che ribadisce: «È un atto vile che condanniamo. A Caserta - continua D’Amelio - siamo in prima linea nella lotta alla criminalità. Ora - conclude - occorre ancora di più non abbassare la guardia per costruire un fronte comune contro la criminalità e per la difesa dei valori della legalità».

Solidarietà anche dall’opposizione con il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, che esprime «ferma condanna per il vile gesto intimidatorio, sincera solidarietà agli iscritti del Pd di Caserta, al presidente della Regione, Vincenzo De Luca e al presidente dell’Anac Cantone per le minacce ricevute. Auspichiamo che i responsabili di questo gesto a dir poco vile possano essere immediatamente individuati». E Gianpiero Zinzi incalza: «La lettera intimidatoria è un segnale molto grave del clima di tensione che circonda la politica in generale». Dalla minoranza si aggiunge anche Massimo Grimaldi, consigliere del gruppo Caldoro: «Agli amici del partito, ai dirigenti locali e ai militanti la più convinta solidarietà. Sono certo continueranno con la determinazione di sempre nel loro impegno». Cita solo Cantone infine il gruppo regionale del Movimento Cinque Stelle, che esprime «la propria vicinanza al presidente dell’Anac per le minacce ricevute. Minacce - annotano - non casuali per un servitore dello Stato».
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