Felicori: «No di Atene a Gucci? Portiamo le sfilate alla Reggia»

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di Lidia Luberto
Martedì 21 Febbraio 2017, 08:06
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CASERTA - Atene nega l’Acropoli a Gucci, e allora perché non proporre la Reggia? È ciò che ha fatto il direttore del monumento Mauro Felicori, durante un’intervista alla trasmissione di Radio24 «Si può fare». Nel programma si commentava, appunto, la decisione di Atene di negare il permesso a Gucci di effettuare una sfilata sull’Acropoli. Una scelta clamorosa anche perché la casa di moda si era offerta di restaurare il monumento e di pagare tutti i diritti video.

«Se avete un contatto con Gucci ditegli che un luogo di consolazione ce lo abbiamo», getta lì la proposta, con il tono ironico ma non troppo, il manager Felicori nel corso dell’intervista. «Ha fatto così male la Grecia a dire di no?», gli chiedono i conduttori. «Secondo me Atene ha fatto male a dire di no alla sfilata. L’orgoglio è un bel sentimento ma va usato con moderazione», risponde il direttore. E gli intervistatori di rimando: «E lei dove la farebbe la sfilata alla Reggia?». «Abbiamo una fontana lunga tre chilometri» afferma Felicori. «Quindi spazio ce n’è. Pensa ad una sfilata estiva nella reggia?», ribattono gli intervistatori. «Abbiamo una lunga tradizione di aperture serali estive che vorremmo ripristinare appena avremo i soldi. È una delle mie ambizioni e certo aprire con una sfilata di Gucci mi farebbe piacere», aggiunge il direttore delle idee audaci che non si è lasciato sfuggire l’occasione per rilanciare Caserta dopo il «gran rifiuto di Atene» e l’autocandidatura di Agrigento con la sua Valle dei Templi.

«Non vedo perché non avanzare anche la nostra proposta», conferma Felicori, all’indomani della sua intervista postata sul sito web di Radio 24-Il Sole 24ore. «Ho rappresentato già molte volte la nostra apertura al mondo industriale e a quello della creatività, che sono poi, il punto di forza dell’Italia nel mondo. La creatività ha un ruolo fondamentale nello sviluppo economico ed è l’elemento competitivo del nostro Paese – spiega Felicori – mentre i beni culturali continuano ad avere una scarsa produttività economica. Dunque, se riusciamo a legare i beni culturali al mondo della creatività non potremo che averne del bene. Sempre, però – precisa – tenendo in considerazione le esigenze di tutela, di compatibilità e di rispetto delle esigenze del pubblico, perché non si vada mai a discapito dell’uso museale dei beni». Allora ben venga Gucci e non solo. «Abbiamo interesse ad attrarre il mondo della moda perché il mio sogno sarebbe di richiamarne l’attenzione sulla Reggia certo, ma anche su San Leucio».
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