Reimpiego di capitali illeciti aggravato dal metodo mafioso: Cosentino condannato a 5 anni

Nicola Cosentino
Nicola Cosentino
di ​Mena Grimaldi
Venerdì 21 Aprile 2017, 15:02 - Ultimo agg. 22 Aprile, 08:19
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Nicola Cosentino è  stato condannato a 5 anni di reclusione nell'ambito del processo «Il principe e la scheda ballerina». Il collegio presieduto dal giudice Orazio Rossi ha ritenuto colpevole l'ex sottosegretario per il reimpiego di capitali illeciti aggravata dall'articolo 7. E' caduta invece l'accusa di corruzione. L'ex parlamentare del Pdl era accusato di essersi interessato ad un finanziamento per la costruzione di un centro commerciale, mai edificato, che volevano gli esponenti del clan dei casalesi.
Nello stesso processo compaiono numerosi altri imputati.

Cosentino, già condannato complessivamente a 20 anni e mezzo di carcere in tre processi conclusisi nei mesi scorsi, era imputato per tentativo di reimpiego di capitali illeciti con l'aggravante mafiosa in relazione al finanziamento da cinque milioni di euro per la costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe, denominato «Il Principe», voluto secondo l'accusa dal clan dei Casalesi, ma mai realizzato. L'ex coordinatore campano di Forza Italia è stato invece assolto dall'accusa di corruzione mentre durante la fase delle indagini preliminari era stato prosciolto dai reati di falso e abuso d'ufficio. I sostituti della Dda di Napoli Fabrizio Vanorio e Sandro D'Alessio avevano chiesto 9 anni di carcere al termine della requisitoria. Ventuno, in totale, gli imputati nel processo.


Le reazioni

«Prendiamo atto dell'assoluzione di Nicola Cosentino dall'accusa di corruzione aggravata, che si aggiunge ai precedenti proscioglimenti per i reati di falso e abuso d'ufficio. A questo punto ci chiediamo in cosa si sia
sostanziato il contributo causale di Cosentino nel tentativo di reimpiego di capitali rispetto ad una vicenda, quella del centro commerciale Il Principè, in cui Cosentino non ha avuto alcun altro ruolo». Così gli avvocati dell'ex politico Stefano Montone e Agostino De Caro commentano la quarta condanna ricevuta da Cosentino in pochi mesi. L'ex sottosegretario è attualmente agli arresti domiciliari a Caserta. L'inchiesta, inizialmente condotta dai pm Ardituro e
Woodcock, è stata portata avanti dai sostituti procuratori D'Alessio e Vanorio. «Tutto ruota - proseguono i legali - attorno all'incontro che Cosentino ebbe a Roma preso la filiale dell'Unicredit il 7 febbraio 2007, e che secondo l'accusa sarebbe servito per fare pressioni sul funzionario Cristoforo Zara per concedere il finanziamento da 5 milioni di euro per realizzare il centro commerciale. Peccato che il prestito fu deliberato dall' Unicredit il 31 luglio del 2006, e due giorni prima del famoso incontro, l'Ufficio Legale dell'Istituto di Credito diede parere positivo all'erogazione.

Dunque l'incontro non servì allo scopo indicato dalla Dda, visto che la pratica di finanziamento era già andata in porto; e per questo Cosentino è stato condannato», concludono polemicamente i legali dell'ex sottosegretario.

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