Inchiesta rifiuti e affidamenti diretti
in Municipio trovano una microspia

Il Comune di Alife
Il Comune di Alife
di Mary Liguori
Martedì 6 Dicembre 2016, 12:28
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La microspia scoperta in Municipio ieri mattina sembra la conferma dell’ennesima indagine sull’area dell’Alto Casertano, un tempo «isola felice» in fatto di inchieste giudiziarie e da qualche mese nell’occhio del ciclone con una serie di arresti e avvisi di garanzia che hanno colpito amministratori pubblici, dipendenti degli enti locali e imprenditori.
Il Comune di Alife sembrava estraneo alle vicende emerse fino a questo punto, tuttavia la microspia «ritrovata» da un geometra dell’Ente, Claudio Accarino, a quanto pare sotto uno dei tavoli della sala riunioni intorno al quale si discute di faccende relative a gare per lavori e servizi pubblici, sembra confermare l’esistenza di indagini in corso anche sul piccolo comune alifano. Stando a quanto reso noto, il geometra ha scoperto per caso il dispositivo nella mattinata di ieri e si è precipitato dal sindaco, Salvatore Cirioli, per metterlo al corrente della cosa. Il primo cittadino ha avvisato i carabinieri dell’accaduto. Secondo quanto emerso, la cimice potrebbe essere di quelle piazzate per ordine della Procura per «monitorare» persone sottoposte ad indagini. Se è chiaro quale possa essere l’oggetto degli accertamenti, ovvero faccende relative a bandi e gare pubbliche, non è ovviamente possibile capire se si tratti di una cimice piazzata in passato e poi dimenticata, oppure se la microspia fosse funzionale a un’inchiesta tutt’ora in corso. Sull’altro fronte, gli amministratori locali hanno reso noto di aver chiesto «la bonifica» della casa comunale. Secondo loro, dunque, qualcuno aveva intenzione di spiare i loro dialoghi e questo qualcuno non sarebbe da collegarsi a organi inquirenti. Uno scenario tanto inquietante quanto incredibile. Più probabile, invece, che la microspia fosse stata nascosta sotto quella scrivania per indagare su quanto accade nella casa comunale. D’altronde si tratta della stanza che ospita l’Utc. E forse quella cimice non era affatto «abusiva» come sospettano gli amministratori locali. Come negli altri enti del circondario oggetto dell’ultima indagine che ha portato a 17 avvisi di garanzia, sette dei quali per sindaci in carica e altrettanti per dirigenti di Utc, anche ad Alife, da almeno due anni, il servizio di raccolta rifiuti è gestito attraverso affidamenti diretti e quindi temporanei che però si sono prolungati nel tempo. Oltre il periodo concesso dalla normativa. 
Dal canto suo, Cirioli, eletto nella primavera scorsa, ha diramato una nota stampa rispetto all’accaduto, precisando che «il geometra Accarino mi ha mostrato l’apparecchio elettronico dopo che era stato già rimosso». «Francamente, - si legge ancora nel comunicato - non ho idea di chi possa aver messo la cimice, ma ho predisposto una bonifica in tutto il Comune per verificare la presenza di altri apparecchi del genere. Prenderemo seriamente in considerazione di mettere in atto contromisure idonee ala sorveglianza passiva di tutta la casa comunale».
 
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