Pizzo e droga, retata a Caserta. Il ras dal carcere guidava le donne-boss: sgominati due gruppi

Pizzo e droga, retata a Caserta. Il ras dal carcere guidava le donne-boss: sgominati due gruppi
di Mary Liguori
Giovedì 18 Febbraio 2016, 07:52 - Ultimo agg. 18:54
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C'erano due donne alla guida dei due gruppi criminali di estorsori e pusher sgominati questa notte dai carabinieri a Caserta. Oltre alle due donne, in manette sono finiti anche quattro uomini: gestivano il racket e la droga per conto dei Belforte sia a Caserta che a Santa Maria Capua Vetere.
L'operazione, coordinata dalla Dda di Napoli, è stata eseguita dai carabinieri della compagnia di Caserta, diretta dal capitano Silvia Gobbini.
Secondo quanto si apprende, le due donne avevano impugnato le redini delle due gang dopo l'arresto dei rispettivi mariti. Gli indagati avrebbero da un lato costretto diversi commercianti a pagare il pizzo, dall'altro erano titolari di due importanti piazze di spaccio che venivano rifornite con droga acquistata al Parco Verde di Caivano.

Le intercettazioni

Agguerrite, quanto e più dei loro uomini. Così appaiono dai dialoghi intercettati le due donne finite in manette questa notte nell'ambito dell''operazione della Dda di Napoli. Nell'ordinanza, spiccata dal gip Mario Morra, ci sono una serie di dialoghi registrati dalle cimici
«Quel pidocchioso mi ha dato solo 100 euro» si lamenta in una delle intercettazioni Maria Piccirillo, la donna finita
domiciliari con l'accusa di avere gestito un gruppo di estorsori operante a Caserta.

Gli ordini dal carcere

Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dal sostituto Vincenzo Ranieri hanno evidenziato che Giovanni Capone - che risulta indagato - ritenuto referente a Caserta del clan Belforte di Marcianise, continuava dal carcere a dare indicazioni alla moglie rispetto alla riscossione del pizzo.
Col supporto del braccio destro del marito, Alberto Spaziante, la donna imponeva il pizzo con la formula classica «le spese legali del marito».


La droga: in manette anche un dipendente della ditta che gestisce la nettezza urbana in città

Ventiquattro anni, Rosa Zampella, è accusata di avere gestito una delle piazze più redditizie di Caserta, quella del rione popolare Vanvitelli. Assieme al convivente, già detenuto, Alberto Cecere, e a Maurizio Cappa, dipendente dell'azienda che svolge il servizio di raccolta rifiuti a Caserta, la ragazza avrebbe gestito la vendita di cocaina acquistata al Parco Verde di Caivano, che poi veniva trasformata in crack.

Pusher minorenni e consegne a domicilio

Le dosi venivano consegnate a domicilio: il compito era affidato ad un gruppo di minorenni. Oltre alla piazza vanvitelli, i carabinieri hanno smantellato anche una fiorente attività di spaccio al Parco dei Fiori.


I destinatari della misura:

Rosa Zampella
Maria Piccirillo
Alberto Francesco Spaziante
Maurizio Cappa
Fabrizio Iucchitto
Alberto Cecere 
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