Telefonate private dal Comune, sindaco a rischio processo

Telefonate private dal Comune, sindaco a rischio processo
di ​Angela Nicoletti
Martedì 18 Luglio 2017, 14:29 - Ultimo agg. 16:27
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Mignano Montelungo. Il telefono del Comune utilizzato per chiamate strettamente personali. Un’altra tegola, un avviso di conclusione delle indagini preliminari con richiesta di rinvio a giudizio è stato notificato al sindaco di Mignano Montelungo, Antonio Verdone, dagli ufficiali della polizia giudiziaria della Procura di Cassino. 
A emettere il secondo avviso di conclusione indagine è stato ancora una volta il procuratore Luciano d’Emmanuele che, dopo aver ricevuto una dettagliata informativa da parte degli investigatori della Guardia di Finanza di Santa Maria Capua Vetere, ha chiesto al gip che il primo cittadino venga processato per il reato di «peculato». In sintesi, e per i meno avvezzi alla materia giuridica, il magistrato ha ritenuto che Antonio Verdone abbia utilizzato per fini personali un bene della collettività. Perché le linee telefoniche presenti nella sua stanza da sindaco vengono pagate con il soldi dei cittadini che pagano le tasse e con i fondi stanziati dal Governo. È la seconda volta in pochi reato di peculato non è certo sconosciuto al sindaco che già due mesi fa si è visto notificare, sempre dalla Procura di Cassino e sempre firma di d’Emmanuele, un altro avviso di garanzia. In quel caso la guardia di finanza avrebbe accertato che il sindaco avrebbe chiesto rimborsi spesa per trasferte istituzionali in realtà mai avvenute. Senza dimenticare l’auto del Comune con annesso autista utilizzata per scopi personali. Il politico nei mesi scorsi, come già riferito da queste colonne, era finito sotto inchiesta dopo che un nutrito gruppo di cittadini aveva scoperto e quindi denunciato che lo stesso avrebbe dichiarato di aver presenziato a diverse manifestazioni, molte delle quali anche fuori zona per poter ottenere il rimborso chilometrico. Peccato che, come accertato dal magistrato e della guardia di finanza di Santa Maria Capua Vetere, il primo cittadino a quegli eventi non avrebbe mai partecipato. In alcuni casi, infatti, ha delegato qualche suo vice, in altri non vi è stata traccia del Comune di Mignano Montelungo. Per poter accertare quando dichiarato dai denuncianti, lo stesso procuratore d’Emmanuele aveva chiesto la collaborazione di testate giornalistiche che hanno fornito alla Procura foto ed articoli che provavano l’assenza del sindaco in un determinato evento. Il caso più eclatante riguarderebbe la richiesta di rimborso spese per circa 800 chilometri percorsi da Antonio Verdone prendere parte ad una manifestazione organizzata in un paese alle porte di Roma. La guardia di finanza ritiene che sia stato dichiarato il triplo dei chilometri in realtà percorsi.
A dare un’accelerata alle indagini sono stati i documenti acquisiti dalle fiamme gialle presso il comando della polizia municipale. Verdone, infatti, per i suoi presunti spostamenti privati utilizzava come autista il vigile urbano di turno. Questa volta a far emergere un presunto atteggiamento irregolare sono stati i tabulati telefonici. Dalla linea telefonica in uso al sindaco sono partite telefonate che nulla a che vedere hanno con l’attività amministrativa. Nelle tante pagine fornite dalla compagnia telefonica che copre il servizio si ripetono in maniera puntale e precisa sempre gli stessi numeri. Colloqui di decine di minuti a spese dello Stato. © RIPRODUZIONE RISERVAT
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