Terra dei fuochi, arriva il progetto «Veritas»

Terra dei fuochi, arriva il progetto «Veritas»
di ​Mena Grimaldi
Giovedì 23 Marzo 2017, 23:58
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CASERTA -  Chiarire l’eventuale esposizione ad inquinanti ambientali, indagata da decenni senza giungere a nessuna evidenza scientifica condivisa. È questo l’obiettivo del Progetto Veritas, un progetto che tende a restituire la verità alla popolazione della cosiddetta Terra dei Fuochi che «grida giustizia», come spiega Enzo Tosti, portavoce della Rete Cittadinanza e Comunità, una federazione di 26 associazioni che fanno parte del territorio tra la provincia di Napoli e Caserta, da anni impegnati attivamente contro l’inquinamento ambientale. 
I ripetuti studi epidemiologici sono concordi nell’individuare un’area a cavallo del confine tra le province di Napoli e Caserta in cui si sono riscontrate delle criticità per incidenza, ospedalizzazione, mortalità, relative a tutti i tumori. Ma anche a malattie metaboliche, neurologiche, malformazioni neonatali, come sancito anche ai punti 93, 94, 95 della sentenza della Corte Europea del 4 Marzo 2010. Una situazione che porta a considerare probabile la maggiore incidenza di molte patologie come possibile conseguenza dell’esposizione prolungata nel tempo a sostanze chimiche di origine industriale disperse nell’ambiente, tale da determinare, nelle popolazioni esposte, il bio accumulo e causare intossicazioni subacute o croniche, causa o concausa di gravi patologie. Ed è per questo motivo che nasce il Progetto Veritas, per poter dimostrare la presenza di intossicazioni da sostanze chimiche nei residenti delle aree a rischio, non esposti professionalmente, cioè che non hanno lavorato in industrie che possono esporre i lavoratori al contatto con sostanze tossiche. 
Il progetto prevede il reclutamento di 100 volontari, la somministrazione del questionario anamnestico, le analisi tossicologiche e analisi dei dati raccolti. Questo studio, autonomo, indipendente che parte dal basso, dalle comunità, dai cittadini vede la direzione scientifica del professor Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia. All’equipe di Giordano, spetterà il compito di analizzare i dati raccolti. Il progetto è libero e indipendente, sostenuto dal basso attraverso donazioni libere e spontanee di cittadini e comitati. La raccolta fondi è verificabile in ogni momento sulla piattaforma crowdfunding (www.meridonare.it/ progetto/ progetto-veritas). Per incentivare la raccolta fondi, la Rete Cittadinanza e Comunità ha organizzato per questa sera la teatro Lendi di Sant’Arpino lo spettacolo con Enrico Lo Verso che porterà in scena il romanzo di Luigi Pirandello «Uno, nessuno e centomila». Il ricavato andrà interamente al progetto, così come era avvenuto per lo spettacolo di dicembre scorso con i Made in Sud, quando furono raccolti 8 mila euro. «Le sostanze tossiche - spiega Luigi Costanzo, uno dei medici di base, volontari dell’iniziativa - possono agire come interferenti endocrini favorendo la comparsa non solo di tumori. Ecco perché crediamo sia necessario un atto di umiltà da parte di tutti per cercare di individuare un approccio diverso alle malattie». Secondo Costanzo, l’approccio diverso porterebbe ad un «potenziamento soprattutto della prevenzione primaria attraverso la tutela e la difesa dell’ambiente e attraverso il biomonitoraggio degli esseri umani, con l’individuazione di biomarcatori tossici non solo nei terreni o nei “pomodori”, ma anche negli uomini che abitano questi territori che hanno il diritto di intraprendere percorsi disintossicanti». Un diritto reclamato ad alta voce anche dalle persone che fanno parte dei 26 comitati che chiedono di «iniziare un percorso che possa condurre alle bonifiche antropiche». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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