Ubriaco investì donna, condannato per omicidio stradale: sentenza da primato

Ubriaco investì donna, condannato per omicidio stradale: sentenza da primato
di Marilù Musto
Venerdì 21 Ottobre 2016, 08:36
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CASERTA -  Probabilmente è la prima condanna per omicidio stradale in Italia, di certo la prima in Regione. Michele Coppola, 60 anni di Caserta è stato condannato ieri a due anni e otto mesi di carcere per aver investito Vera Essolino, 45 anni, mentre percorreva via della Libertà a Maddaloni il 22 aprile scorso. La sentenza è stata pronunciata dal gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Ernesto Anastasio, mercoledì sera, dopo una lunga camera di consiglio. Il giudice Attanasio ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Rossella Calabritto che aveva chiesto il riconoscimento dell’attenuante per il suo assistito: la donna investita e uccisa camminava, infatti, sulla corsia di via della Libertà nello stesso senso di marcia delle autovetture in transito, mentre la normativa del codice stradale prevede che i pedoni si spostino sulla corsia opposta.

Dettaglio di non poco conto, visto che la pena minima applicata per il nuovo reato è pari a tre anni. L’attenuante, precisamente, è «nelle ipotesi in cui qualora l’evento non sia esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del colpevole la pena è diminuita fino alla metà». E visto anche che il giudice ha ritenuto che ci fosse un concorso di colpa del pedone. La triste storia dell’incidente s’intreccia con quella giuridica e processuale. Coppola, quel 22 aprile maledetto, si era messo al volante con un tasso alcolemico quasi cinque volte superiore al limite consentito dalla normativa: 2, 4 mg. Sia l’incidente che la sentenza hanno il triste primato di essere finiti nel calderone della nuova normativa sull’omicidio stradale che prevede pene altissime: dagli 8 ai 12 anni per coloro che si mettono alla guida dell’autovettura in condizioni non «sane» e procedono ad alta velocità. Le indagini erano state eseguite, nell’immediatezza dei fatti, dal pubblico ministero Valentino Battiloro, ma in aula di udienza ieri c’era il sostituto procuratore Alessandro Di Vico che aveva chiesto al giudice la condanna a quattro anni e sei mesi di carcere. La famiglia della vittima ha già ricevuto un risarcimento del danno subito, ma nessuno potrà restituire Vera alla sua vita, nemmeno una sentenza. Vera era sposata con un operaio edile: la sua vita era scandita da ritmi uguali e precisi, ogni giorno. Dopo l’incidente era stata trasportata in ospedale, ma i medici non avevano potuto far nulla per salvarla. Era morta dopo qualche istante sul letto dell’ospedale. L’omicida sarà costretto a pagare anche le spese processuali. Da aprile è ristretto agli arresti domiciliari. Il giudice ha chiesto 45 giorni per depositare la motivazione della sentenza.
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