CASERTA - L’abbiamo sempre avuta davanti agli occhi e, chissà quante volte, anche stretta tra le mani. Magari giocando sotto l’ombrellone con la carte francesi in questi primi afosi giorni d’estate.
Sì, perché quel seme di fiori che osserviamo con attenzione soltanto quando può essere utile a chiudere la «scala» o il «burraco» di turno raffigura, invece, la foglia di una pianta dai fiori gialli molto diffusa sulle colline italiane che - stando ai risultati di un recente studio della Seconda Università di Napoli - potrebbe addirittura essere in grado di farci sconfiggere uno dei cancri più aggressivi presenti in natura: il glioblastoma, tumore maligno cerebrale il cui tasso di mortalità raggiunge ancora oggi il 95% dei casi.
La nuova (antica) arma contro questo nemico quasi imbattibile si chiama Ruta comune (o Graveolens L.) ed è una pianta mediterranea solitamente utilizzata come rimedio omeopatico per dolori articolari o muscolari. I risultati dello studio della SUN, pubblicati sulla rivista scientifica «Plos One», indicano che l’estratto acquoso della pianta di Ruta sarebbe capace di uccidere cellule di glioblastoma, riconoscendo e risparmiando, al tempo stesso, quelle sane.
![]()
src="http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/pagpdf/DIGITAL.jpg" style="width:
350px; height: 41px;" /> 
