Usura, prima udienza dopo 10 anni
Reati prescritti: niente processo

Usura, prima udienza dopo 10 anni Reati prescritti: niente processo
Usura, prima udienza dopo 10 anni Reati prescritti: niente processo
di Marilù Musto
Martedì 18 Ottobre 2016, 12:03
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San Felice a Cancello. Dieci anni per fissare l’udienza preliminare, poco meno di tre ore per archiviare un caso di usura e ritenere prescritto il reato. È ciò che è accaduto al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Dopo dieci anni, si è svolta l’udienza, al termine della quale, si sarebbe dovuto decidere se «spedire» a giudizio due presunti usurai, ma durante la discussione il magistrato si è accorto che il reato contestato agli imputati era ormai prescritto. Frutto della lentezza dei procedimenti e dei processi. Tutto finito, dunque, per i fratelli Giuseppe e Michele C. di San Felice a Cancello, imprenditori accusati di prestare denaro strozzo alle loro vittime, le quali, ben 12 anni fa, si erano armate di coraggio e si erano presentate alla polizia vuotando il sacco, sperando in una risposta giudiziaria. Potevano essere giudicati innocenti o colpevoli: non lo sapremo mai. La strada che ha percorso la giustizia è stata lunga e tortuosa. I fatti contestati ai due dalla procura di Santa Maria Capua Vetere risalgono al 2004, ma solo nel 2006 venne chiusa l’inchiesta e notificato l’avviso nei confronti dei fratelli. Troppo tempo è trascorso invano, mentre i procedimenti ingolfavano la macchina della Procura.
Reato prescritto: niente processo. La decisione è stata presa dal giudice Giovanni Caparco del tribunale di Santa Maria Capua Vetere venerdì pomeriggio, che non ha potuto far altro che aderire alla richiesta del legale difensore dei C., l’avvocato Vittorio Giaquinto. In sostanza, fino al 2005 per il reato di usura era prevista una pena fino a cinque anni di carcere con una prescrizione fissata entro i sette anni. Subito dopo, però, la nuova normativa approvata aveva previsto la pena fino a 10 anni di carcere per gli usurai e una prescrizione molto più lunga nel tempo del reato. C’è un «però»: i fatti addebitati ai C., erano stati contestati fino al 2004, anche se il pubblico ministero Gerardina Cozzolino, in udienza, avrebbe precisato che c’erano tracce di un atteggiamento usuraio dei due fratelli rintracciabili fino al 2006-2007. Niente da fare. Dopo 12 anni la vicenda è da considerarsi chiusa.
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