Aversa, scippo mortale in strada: «Italia uccisa per dieci euro»

Aversa, scippo mortale in strada: «Italia uccisa per dieci euro»
di Nicola Rosselli
Sabato 17 Ottobre 2015, 09:47 - Ultimo agg. 09:50
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Dieci euro, questa la somma che Glico Sejdovic, 38 anni, slavo, ma nato a Torre del Greco, Gianfranco Gallotti, 43 anni, napoletano, avrebbero ricavato dalla cessione al ricettatore del telefonino di Italia Dell’Aversana, che hanno ucciso - secondo la ricostruzione della procura - mentre scippavano. Subito dopo, senza nemmeno capire la gravità di quanto avevano fatto, sono andati ad offrire il bottino ad un ricettatore di Marano.



A portare i carabinieri del reparto territorio di Aversa, coordinati dal colonnello Vittorio Carrara e dal tenente Flavio Annunziata, sulle tracce dei due scippatori è stato proprio l’Imei del telefonino della vittima, ritrovato presso il ricettatore (denunciato a piede libero), così come il telefonino di un’altra vittima di scippo avvenuto il 7 ottobre nei pressi dell’uscita di Aversa Nord, sempre ad opera dei due che hanno utilizzato una Peugeot 307 ricercata dal giorno dopo lo scippo che ha provocato la morte di Italia e ritrovata la notte tra giovedì e venerdì nei pressi di un campo rom. In quella vettura lo slavo non solo ci dormiva, ma, in pratica, ci viveva, considerato che i militari, oltre ad aver trovato tracce inequivocabili della rapina alla malcapitata Italia Dell’Aversana, hanno rinvenuto anche una pentola dove c’era della salsiccia al sugo.



L’uomo, infatti, era latitante da qualche giorno dopo il suo ultimo arresto, avvenuto il 5 giugno scorso a Marano. Immediatamente dopo si è reso irreperibile sino alla notte scorsa, quando i carabinieri di Aversa lo hanno ammanettato. Intanto, ieri mattina, presso la procura del Tribunale di Napoli Nord, il procuratore capo Francesco Greco e il procuratore Ilaria Corda, che ha coordinato l’inchiesta, hanno incontrato i familiari della vittima del tragico scippo per aggiornarli sugli sviluppi. Negli uffici del Castello Aragonese erano presenti il marito Guido Lamberti, la sorella Teresa con il marito oltre all’avvocato e amico di famiglia Fabrizio Perla. Nel corso dell’incontro Lamberti, ex assessore negli anni ‘90, ha ringraziato per quanto hanno fatto e per la celerità sia i magistrati che gli uomini dell’Arma che in pochi giorni hanno assicurato alla giustizia gli autori dell’assurdo episodio.



Anche il commissario dell’Asl di Caserta, Gaetano Danzi, ha ringraziato «gli investigatori per l’eccellente lavoro svolto che assicura alla giustizia i responsabili della morte di una dipendente stimata da tutti e la cui scomparsa costituisce un vuoto incolmabile per chi l’ha conosciuta e ne ha sperimentato le doti professionali e umane».