Violentata dall'orco,
il racconto della vittima

Foto di archivio
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di Marilù Musto
Mercoledì 11 Gennaio 2017, 08:20 - Ultimo agg. 12:58
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CASERTA - La decisione è nelle mani del giudice Emilio Minio, ma il passo verso il «sì» all’incidente probatorio della sedicenne di Aprilia, stuprata da Vincenzo Cioffi, è brevissimo. La ragazzina verrà sottoposta a un esame da parte dei giudici per «congelare» le prove a carico del ventitreenne che, stando alle indagini, l’ha chiusa in casa per un mese intero, da agosto a settembre del 2016. La «cella» era una stanza diroccata nell’ex scuola occupata abusivamente da dieci famiglie nei pressi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

L’incidente probatorio della ragazzina è stato richiesto dai pubblici ministeri Mariangela Condello e Francesco Regine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ma è stato l’avvocato difensore di Cioffi, Goffredo Grasso, a chiedere l’ascolto della vittima con il sostegno e la presenza di uno psicologo a garanzia anche dell’indagato. Ieri, intanto, è stata fissata la data per il riesame di Cioffi, finito sotto i riflettori con l’accusa di sequestro di persona e violenze inaudite ai danni di due donne. Vincenzo, stando alle denunce, era un presunto «violentatore seriale», conosciuto dalla ragazzina di Aprilia cinque mesi fa in piazza Garibaldi a Napoli. Era stato già denunciato per aver picchiato e umiliato l’ex fidanzata incinta di Portici nel 2015. Forti e pesanti come pietre le parole della vittima ancora minorenne: «La prima volta mi chiese: sei vergine? - spiegò alla madre quando tornò a casa - mi picchiò quando risposi di non voler fare sesso con lui. Un giorno il sangue iniziò a uscire dalla mia testa per le botte, allora Vincenzo prese un coltello, mi ferì al braccio e disse: ti spogli o devo ricominciare? Dopo essere stata stuprata sono rimasta per giorni chiusa in casa al buio, senza poter raggiungere il bagno». Pezzi di storia. Una ricostruzione messa insieme dal procuratore Maria Antonietta Troncone e dall’aggiunto Antonio D’Amato. Valerika, nome di fantasia della ragazza di 16 anni di Aprilia, ha avuto il coraggio di reagire e fuggire. Vincenzo, occhi chiari e un viso d’angelo, aveva usato violenza anche nei confronti della ex, ventenne di Portici, rimasta incinta dopo un rapporto con Vincenzo, il quale, però, non avrebbe mai riconosciuto la bambina nata da poco. Mentre l’ex partoriva in ospedale, lui era alle prese con Valerika. Per settimane, dal 12 agosto al 16 settembre, la sedicenne rumena, fuggita dalla famiglia di Aprilia per dissidi con il nuovo compagno della madre, ha subito torture: «Vincenzo mi costringeva a tenere aperte le gambe, se non volevo far sesso mi spegneva sigarette sui seni. Una volta prese un coltello, mise la mia mano sul tavolo e chiese se avevo paura», racconterà in seguito ai medici dell’ospedale «Dono Svizzero» di Formia.

Approfittando di un giorno in cui Vincenzo non aveva chiuso la porta di casa con un lucchetto e un pezzo di legno con chiodi, come era solito fare, Valerika era fuggita dall’abitazione di via De Simone di Santa Maria Capua Vetere ed era salita sul treno diretto a Scauri. Lì, un carabiniere l’aveva vista e portata in ospedale. Quando aveva fornito i suoi dati ai medici si era scoperto che la madre della ragazzina aveva denunciato la scomparsa della figlia anche a «Chi l’ha Visto». L’orco è stato fermato lo scorso 29 dicembre dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere.
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