«Trough the rite», attraverso il rito: coreografie italiane in Messico

Il Circuito campano della danza vince il bando del ministero della Cultura che sostiene nuove proposte e percorsi internazionali

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Sabato 23 Marzo 2024, 20:18 - Ultimo agg. 24 Marzo, 19:34
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Si chiama "Trough the rite", attraverso il rito, il progetto del Circuito campano della danza che ha vinto il bando Boarding pass plus, promosso dal ministero della Cultura per selezionare nuove proposte di teatro, danza, musica e circo e multidisciplinari, e sostenere percorsi internazionali e le collaborazioni tra professionisti italiani e no. 

Al centro la coreografia italiana «con un focus sui riti religiosi, espressioni delle tradizioni e degli elementi identitari di popoli e luoghi. Il rito è valorizzato dall’azione che diviene parola del corpo, svolgendosi in uno spazio e in un tempo disegnati dal gesto stesso. Dunque, il corpo, per mezzo del rito, diviene un elemento di connessione tra passato, presente e futuro, utile a celebrare esperienze, eventi e significati intrinsecamente legati ad una tradizione territoriale, ma che attraversano sfere dell'esistenza umana di ciascun individuo e in qualunque parte del mondo», spiega Claudio Malangone, coreografo scelto insieme con Emma Cianchi, accompagnati rispettivamente da Luigi Aruta e Marcella Martusciello, danzatori e coreografi italiani under 35.

Circuito campano della danza è capofila di un partenariato con l’associazione RaIDFestivals,  la New Dance Young Talent (Olanda) e il festival de danza contemporánea alternativo Hidalgo (Messico), dove è in programma la prima tappa internazionale di "Trouth the rite", dopo Napoli, Salerno e Avellino.

Partendo dalla processione delle “Cente” e dei “Fujenti” ci si chiede fino a che punto il concetto di rito sia così applicabile a contesti sociali e culturali diversi. Gesti, anche semplici, che assumono un carattere paradigmatico in quanto ripetizione delle gesta di dei, eroi, spiriti o antenati, di cui le attività ordinarie degli uomini non sono che un pallido riflesso. Ne risulta una sorta di cerimonia con specifiche azioni corporee, posture e atteggiamenti, secondo una sequenza precisa che conduce ad una danza, che sia propiziatoria e liberatrice. Non solo spettacolo, ma anche mostra fotografica “Sacro e Profano” a cura di Gianpiero Scafuri con scatti di Gianpiero Scafuri, Giada Ruoppo e Claudio Malangone.

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