«A disabilandia si tromba»
di Marina Cuollo

di Maria Pirro
Venerdì 26 Maggio 2017, 21:37 - Ultimo agg. 28 Maggio, 18:00
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Liberi d'amare. La sua prima volta l'ha raccontata in radio, con pudore. Nel suo libro, si è spinta oltre, anche senza dire: il titolo diventa manifesto. Marina Cuollo, autrice di «A disabilandia si tromba» (Sperling&Kupfer), contro gli stereotipi. Dalla sedia a rotelle, il suo punto di osservazione «privilegiato», la 36enne vede ascolta e svela cose incredibili, per idiozia e insensibilità, e riferisce con ironia situazioni, comportamenti, battute del «normodotato medio», quando si relaziona per strada, al lavoro, negli uffici pubblici, al ristorante (ma non risparmia anche l'«handicappato»). Convinta che ridere di qualcosa di brutto, permetta di non essere vittima di pregiudizi e tabù.

Lei, non a caso, si presenta così: «Sono una microdonna, alta un metro e una mentina, che ha bisogno di mostrarsi sempre un po' incazzata con il mondo per dire la sua». Marina è venuta al mondo con una sindrome genetica molto rara, la Melnick Needles, un'osteodisplasia scheletria che conta un centinaio di casi in tutto il mondo, e soltanto il suo in Italia. Ma questo non le ha impedito di studiare fino a laurearsi in Scienze biologiche e fare il dottorato, nella sua città, a Napoli.

La prefazione è di Mara Maionchi. Il libro contiene una piccola guida ai luoghi dell'arte utile per chi ha difficoltà motorie, ma anche la denuncia senz'appello di difficoltà e costi degli spostamenti (un esempio su tutti: i viaggi in aero), una interessante sitologia e tanti altri spunti, personali e non solo, di riflessione. Ma, «astenersi politically correct».       

     
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