«Ecco il vero Hemingway svelato dalle sue quattro mogli»

«Ecco il vero Hemingway svelato dalle sue quattro mogli»
di Roberto Carnero
Sabato 5 Novembre 2016, 08:58
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La prima è Hadley, la moglie dei giorni «poveri e felici» che precedono la fama e il successo letterario, la Hadley del piccolo e freddo appartamento parigino, la stessa che, in un momento di distrazione, perde malauguratamente, e per sempre, la valigetta che conteneva i preziosi manoscritti del marito. Poi c'è Pauline, per tutti Fife, dal fisico acerbo e perfetto, ricca ed elegante, destinata a essere amata fin dall'istante in cui gli appare per la prima volta, avvolta in un soprabito di cincillà. Dopo viene Martha, leggendaria reporter, compagna coraggiosa nei giorni duri e tragici della Guerra civile spagnola. E infine Mary, l'ultima, sposata a Cuba e abbandonata in Idaho in modo persino più crudele di come si era comportato con le altre.

Hadley, Fife, Martha e Mary sono quattro mogli di Ernest Hemingway (1898-1961), e a loro ha deciso di dar voce Naomi Wood - inglese, 33 anni, docente di scrittura creativa all'Università di Londra - nel suo romanzo Quando amavamo Hemingway (traduzione di Isabella Vaj, Bookme, pp. 320, euro 16,90). Quattro mogli, quattro donne tra le tante amate e tradite dallo scrittore più famoso e tormentato della sua generazione. Tra la Parigi degli anni Venti e Key West, tra Cuba e l'America della Guerra fredda, le «Signore Hemingway» si passano il testimone per raccontare una storia densa di passioni e tradimenti, intrighi, ambizioni e gelosie. Perché se - come si dice - dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna, qualche volta ce n'è persino più di una.

Professoressa Wood, come mai ha deciso di raccontare la storia della vita amorosa di Hemingway in un romanzo e non in una biografia?
«Perché di biografie di Hemingway ne esistevano già molte. Sono libri ricchi di dati e di informazioni, in cui trovi tutto quello che vuoi sapere. Ma a me interessavano le emozioni e le sfumature psicologiche, e quelle te le può dare solo un romanzo».
Perché ha rivolto la sua attenzione alle figure femminili?
«Ho amato Hemingway sin da ragazza per lo stile secco, asciutto, essenziale dei suoi romanzi. Poi a un certo punto mi è capitato di leggere alcune lettere che aveva indirizzato alle donne che amava, e vi ho trovato uno stile completamente diverso: molto più sensuale ed enfatico. Ad esempio si rivolge loro con vezzeggiativi come cucciolotta o montagnetta... Ho pensato allora che proprio nelle relazioni con le donne si trovava una chiave per capire davvero l'uomo Hemingway».
Le donne con cui Hemingway ha avuto relazioni sentimentali però sono state molte di più....
«Ho deciso di limitarmi a descrivere il rapporto con le compagne ufficiali, per raccontare soprattutto la loro ossessione nei confronti di un uomo che probabilmente nessuna di loro è arrivata a conoscere davvero».
Uno degli amori extraconiugali di Hemingway che destarono più scalpore fu la sua passione per la contessina veneziana Adriana Ivancich. Ce ne vuole parlare?
«La conobbe nel dicembre del 1948. Lei aveva 18 anni, lui quasi 50. La ragazza apparteneva a una famiglia aristocratica di origine dalmata. All'epoca fu uno scandalo, ma i rapporti tra lo scrittore americano e la famiglia della giovane non si interruppero affatto».