Così Gadda inveiva contro Mussolini. ​
Torna la furia di «Eros e Priapo»

Così Gadda inveiva contro Mussolini. Torna la furia di «Eros e Priapo»
Giovedì 10 Novembre 2016, 08:44
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Il duce è «Giuda, Capocamorra, Sozzo, Nullapensante». Torna «Eros e Priapo» che fece scalpore per la sua furia
Felice Piemontese Fece scalpore, nel lontano 1967, la pubblicazione di Eros e Priapo di Carlo Emilio Gadda, da pochi anni investito del ruolo di Grande Scrittore. Non s'era mai vista, in effetti, una così furibonda invettiva contro il fascismo e contro Mussolini, ma anche contro gli italiani che per venti anni si erano sottomessi di buon grado ai grotteschi riti del regime, ritrovandosi poi con il Paese distrutto dalla guerra e centinaia di migliaia di morti.

La sorpresa fu tanto più grande in quanto Gadda non si era mai occupato di politica. E in effetti di propriamente politico il libro non aveva nulla, in quanto si trattava di un tentativo di spiegazione con forte componente psicoanalitica di come era stato possibile l'innamoramento di massa per un truce buffone che aveva conculcato la libertà e portato l'Italia al disastro. È sorprendente apprendere adesso che il violentissimo pamphlet era stato considerato impubblicabile nella sua forma originaria - «troppo enfatico, involuto, barocco, maccheronico ecc. ecc.» - e sottoposto a un complesso processo di «edulcorazione», condotto dall'autore stesso con la collaborazione di Enzo Siciliano.

La «versione originale» di Eros e Priapo, ricavata dal manoscritto gaddiano, esce ora da Adelphi, completa dei consueti apparati di Paola Italia e Giorgio Pinotti, un modello in fatto di filologia, come ho avuto occasione di dire per le precedenti riedizioni adelphiane di titoli dell'autore del Pasticciaccio (pagine 452, euro 24). E dunque: Gadda e il fascismo, Gadda e Mussolini. Una lista tutt'altro che completa degli appellativi di cui lo scrittore gratifica il cosiddetto duce dà già un'idea del libro. Mussolini è definito il Kuce, il Grinta, il Batrace, Giuda imbombettato, il Capocamorra, Appiccata Carogna, Culone in cavallo, il Merda, il Sozzo, il Somaro Principe, Primo Maresciallo del Cacchio, il Mascelluto, Gaglioffo ipocalcico, Gran Cacchio, il Fava, Maccherone Ingrognato, Scacarcione Mago, Nullapensante, Priapo Maccherone Maramaldo e non so in quanti altri modi. Ossessiva è l'insistenza sulla lue da cui sarebbe stato affetto, e che avrebbe contribuito a scatenare la «follia narcissica di un erotomane».

«Un imbecille, nello stretto senso clinico della parola, e un essere incapace di sublimazione» quindi «cieco e sordo a un numero grandissimo di idee: morali, giuridiche, storiche, economiche, tecniche», «solo di vocabuli enfiato e catechie puerili, senza darvi fede santa un minuto nemmeno lui». Il guaio è che per «molti italioti» costui si trovò a incarnare «come non altri la fatua scempiaggine e la putida e la livida malafede» tanto che «ad ogni nuova maialata entravano secolui in vibrazione armonica». E qui si tocca il punto centrale del pamphlet: l'io collettivo dice Gadda «è guidato ad autodeterminarsi ed esprimersi molto più dagli istinti, cioè in definitiva da Eros, che non da ragione o da ragionata conoscenza».

E proprio Eros «nelle sue forme inconscie e animalesche, ne' suoi aspetti infimi e non nè sublimati e ingentiliti ha dominato la tragica e turpe scena». Cancellando quasi del tutto il Logos, la cui funzione «non è quella di satisfare alle vagine, ma di predisporre l'andamento generale del laborioso inciedere umano». E qui si tocca con mano la persistente attualità del libro. Che appare oggi dicono giustamente i curatori più che un pamphlet antimussoliniano «un trattato di psicopatologia delle masse valido in ogni epoca e per ogni forma di totalitarismo in cui si assista all'abdicazione del principio di Logos e alla sottomissione di Eros alla sua degenerazione narcissico-priapica».

E in effetti, guardando al recente passato e più ancora, forse, alla realtà attuale, si coglie in pieno la validità di questa diagnosi. Strepitosa, più ancora che in altre occasioni, l'invenzione linguistica: «una contaminazione MachiavelliCellinifiorentino odierno: con inflessioni, qua e là, romanesche e lombarde», perfetta per «l'oltraggiosa violenza» del pamphlet, che avrebbe suscitato «scandalo non piccolo nei cuori pudibondi», come facilmente profetizzava lo stesso Gadda.
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