«La leggenda di Sant'Alberto»
Boretti da Glasgow a Salerno

«La leggenda di Sant'Alberto» Boretti da Glasgow a Salerno
di Ciro Manzolillo
Lunedì 29 Agosto 2016, 21:32
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Difficile immaginare che a Parkhead - il quartiere cattolico di Glasgow e roccaforte della passionale tifoseria del Celtic - ci sia oggi un solo supporter dei noti biancoverdi che non sappia cosa accadde quel piovoso sabato 3 maggio del 1986 allo stadio Love Street della cittadina di Paisley, dove i ragazzi del ct David Hay, nell'ultima giornata della Scottish Premier Division, bastonarono i padroni di casa del St. Mirren 5-0 e, contro ogni previsione della vigilia, strapparono lo scudetto agli Hearts di Edimburgo. I quali, imbattuti da 27 turni, due punti sopra al Celtic in classifica e una differenza reti di più tre, quello stesso pomeriggio uscirono sconfitti dal campo del Dundee FC 2-0, gettando clamorosamente alle ortiche una stagione e rimandando ancora una volta dal 1960 l'appuntamento con lo scudetto. Per il Dundee segnò, negli ultimi trenta minuti del match entrambe le marcature, Albert Kay, un modesto attaccante che, infrangendo i sogni degli Hearts, diventerà quasi una leggenda, un mito, «un santo» per i tifosi del Celtic e anche per quelli dell'Hibernian (l'altra squadra di Edimburgo) che ogni anno il 3 maggio festeggiano con fiumi di birra il «St. Albert Kidd's day».

All'ex attaccante del Dundee, che oggi vive in Australia dove ha chiuso la carriera di calciatore, si richiama anche il titolo del libro di Alessandro Boretti «La leggenda di Sant'Alberto» della casa editrice salernitana Urbone Publishing, in cui viene narrata la partita Celtic-St. Mirren (in parallelo quella degli Hearts). «Assolutamente magnifico», così Jock Brows, famoso telecronista sportivo della Bbc, commenterà il successo dei «bhoys», i quali dodici anni dopo - come racconta in prefazione Enrico Annoni, unico calciatore italiano ad aver indossato la gloriosa maglia del Celtic - si ripeteranno nell'impresa vincendo un altro scudetto all'ultima giornata e fermando il record dei dieci titoli consecutivi che avrebbero potuto stabilire i Rangers, rivali-avversari della Glasgow sponda protestante.
 
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