Clara Sanchez torna a caccia di nazisti
con “Lo stupore di una notte di luce”

Clara Sanchez
Clara Sanchez
di Paola Del Vecchio
Lunedì 5 Settembre 2016, 17:55
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Una vendetta poetica e in ogni caso, come confessa l'autrice, liberatoria. È il movente che ha spinto la scrittrice spagnola Clara Sanchez a ritornare sul luogo del delitto per dare la caccia ai nazisti, che vivono dorate vecchiaie occultati dall'anonimato sulle coste del Levante spagnolo. Era il tema del suo “Il profumo delle foglie di limone”, il best seller che nel 2010 le valse il premio Nadal e, con un milione di copie vendute solo in Italia, l'ha portata per due anni in cima alle classifiche dei libri più venduti, sull'olimpo delle scrittrici più amate dal grande pubblico. Ed ora è anche lo scenario della seconda parte della storia, “Lo stupore di una notte di luce”, di prossima uscita da Garzanti, che l'autrice di Guadalajara presenterà il 14 settembre al festival Pordenonelegge.

Riecco i due protagonisti: l'anziano Julian, che con la giovane Sandra aveva stanato la rete di vecchi gerarchi nazisti - che ottennero protezione dalla dittatura di Franco all'indomani della Seconda Guerra Mondiale - residenti nella tranquilla località di Denia, sul litorale valenziano. È passato un anno e mezzo e Sandra si è trasferita a Madrid, dove vive felicemente con Janin, il suo bambino piccolo, che alleva con gli affanni di madre single. Fino al giorno in cui, nello zainetto del figlio, di ritorno dall'asilo, trova un messaggio anonimo e inquetante: «Dov'è il tuo amico Julian?». Non le resta che mettersi sulle sue orme del vecchio tutore - peraltro ispirato al padre della scrittrice - per avvertirlo che qualcuno gliel'ha giurata e non si fermerà fino a trovarlo. Julian, intanto, trascorre i giorni nella residenza di anziani I Tre Olivi, ma non ha smesso di dare la caccia ai criminali nazisti. A uno, in particolare, il macellaio di Mathausen, che ha riconosciuto fra gli anziani ospiti della residenza geriatrica. «Sandra e Julian vivranno un'avventura pericolosa, riflesso di quello che succede a noi tutti quando ci costruiamo una falsa sicurezza intorno alla famiglia, alla coppia, a una casa... ma poi la vita ci riserva altri programmi», ha spiegato Clara Sanchez, nel presentare il romanzo pubblicato in questi giorni in Spagna.

E se nel penultimo “La meraviglia degli anni imperfetti”, pubblicato a febbraio, la Sanchez riscatta l'adolescenza, dando la propria voce narrante a un sedicenne che impara a diventare adulto e ad accettare che non esistono verità assolute, qui si sofferma sulla vecchiaia, attraverso gli occhi dell'ottantenne Julian e degli anziani dell'ospizio. «Un uomo vecchio non smette di essere un uomo e mi sembra ingiusto dirigersi alle persone anziane come fossero menomate, rinchiuderle ed escluderle dalle nostre vite, quando possono apportare tantissimo», rifletteva la Sanchez in un'intervista all'agenzia Efe. Ma, in tempi di auge dei movimenti di estrema destra in Europa, l'autrice di “Le cose che sai di me” ha voluto anche indagare il rapporto di sudditanza e gli omaggi resi dai giovani neonazisti ai vecchi gerarchi, sul sinistro potere di seduzione che questi continuano ad esercitare sulle nuove generazioni.

La vendetta, il tradimento e il lato oscuro dell'essere umano, il male assoluto, sono gli altri fulcri sui quali è costruita la narrazione. Attraverso Julian, sopravvissuto a Mathausen, la Sanchez riesce a ottenere la giustizia, che nella vita reale non è possibile prendersi con le proprie mani. Lei la chiama «una giustizia poetica» sui genocida che si nascondono in Spagna sotto le sembianze di innocui vecchietti svernando da decenni nella penisola iberica. Ma anche per il successo straordinario ottenuto dal suo “Il profumo delle foglie di limone”, che per primo ha fatto emergere questa realtà dal muro di silenzio. E, però, non sono state tutte rose e fiori.

Perchè ha tardato sei anni a scrivere il sequel del romanzo tanto amato dai suoi lettori? Perchè il thriller psicologico non è solo finzione: «Ricevetti messaggi intimidatori, con minacce a me e ai miei familiari, che mi fecero un po' passare la voglia di tornare sul tema - riconosce la Sanchez - Così decisi di far passare il tempo, tanto che forse ne è passato troppo. Ora spero che i lettori non abbiano dimenticato».




 
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