De Crescenzo: «Ecco perché
non conviene innamorarsi»

De Crescenzo: «Ecco perché non conviene innamorarsi»
di Luciano De Crescenzo
Giovedì 30 Giugno 2016, 08:42 - Ultimo agg. 19:19
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Continuo a dire, a costo di ripetermi, che innamorarsi non conviene. In ogni relazione amorosa, infatti, c'è sempre uno che soffre e l'altro che si annoia, e questo perché l'amore inizia contemporaneamente per poi finire in tempi diversi. Meglio allora l'amicizia: quella vera, dura più a lungo e cresce con il passare degli anni. D'altra parte, ciò di cui abbiamo veramente bisogno non è la passione ma la possibilità di comunicare con un altro essere umano. Di uno, insomma, che ci capisca e con il quale si possa entrare in sintonia.

Penso anche che una volta era facile dire: «Ti amerò per tutta la vita», perché la vita durava di meno. Oggi, invece, chi se la prende una responsabilità simile? Direte voi: «Cominciamo bene!». Vabbè, è vero, ci sono coppie che restano insieme anche fino alla morte. Sono poche, ma esistono. Secondo le statistiche, a ognuno di noi, in media, toccano tre grandi amori: uno verso i sedici, uno nella maturità e uno, purtroppo, quando si è anziani. L'amore è un'energia che alimenta il nostro corpo e la nostra anima, e ci consente nel confronto con l'altro di crescere, affinando la nostra individualità. «Cogito ergo sum» sosteneva Cartesio. Ovvero, penso dunque sono. «Amo ergo sum» dico io. Amo, ed è grazie a questo amore che «sono», che esisto.

Non voglio con ciò affermare che se non amo non esisto, sia chiaro, ma la vita, se la affrontiamo da innamorati, è di sicuro più allegra. E non mi riferisco soltanto all'innamoramento che si può provare verso un eventuale partner. Si amano i propri genitori, i propri figli, gli amici. Ma si può amare anche il proprio lavoro, i libri, l'arte, la musica, viaggiare e altro ancora. Forse è un tipo di amore diverso, ma può essere allo stesso modo appagante. Per quel che mi riguarda, a parte la famiglia, a un certo punto della vita ho scelto di indirizzare le mie «energie amorose» verso l'amicizia. E questo è accaduto non per mancanza di interesse verso il genere femminile, ma più semplicemente perché mi sono accorto che l'amicizia è un sentimento più vicino alla mia natura di uomo libero. In fondo, se ci pensate bene, la compagnia di un amico la scegli, quella della persona amata è quasi «imposta» dal sentimento che si prova, e nel peggiore dei casi, con il tempo, può persino renderci schiavi e condannarci a insopportabili sofferenze. Ma che cosa vuol dire veramente «amare»?

È dedizione, crescita, esplorazione, conoscenza, passione, condivisione? Immaginate, ad esempio, che il vostro datore di lavoro decida di darvi una promozione; sicuramente, dopo l'iniziale felicità per il traguardo raggiunto, sentirete l'impulso di chiamare la persona che amate per comunicarle la bella notizia. Lo stesso capiterà se, invece, dovrete fronteggiare una difficoltà imprevista. Certo, poi ci saranno giorni in cui sarete insofferenti alla presenza di quella stessa persona, e non dipenderà necessariamente da un'improvvisa carenza di amore; forse in quel momento la vostra individualità, il vostro spirito libero avranno avuto la meglio. In alcuni momenti dell'esistenza, infatti, la linea di confine tra libertà e solitudine diventa sempre più sottile. Io stesso, per buona parte della vita, essendo molto geloso dei miei spazi, mi sono definito uomo di libertà, tanto da dire: «Amo il tuo posto vuoto accanto al mio».

Negli ultimi anni, però, ho cambiato un pochino la mia idea, e mi sono reso conto che è piacevole condividere il proprio tempo con gli altri. Vuoi vedere che con l'età mi sto trasformando in un uomo d'amore? Del resto, dicono che l'amore mantenga giovani e, detto tra noi, arrivato a questo punto della vita penso che mi convenga cedere al suo richiamo. Per questo ho deciso di scrivere un libro sull'argomento. Che sia la procreazione del Bello, come spiega Socrate a Fedro nel Simposio, o la Città di Dio immaginata da sant'Agostino, o una delle forze che secondo Esiodo, danno origine all'universo, o ancora la potenza che porta Achille «impavido» alla morte, qualsiasi sia l'oggetto del nostro desiderio, i filosofi che hanno affrontato l'argomento giungono alla conclusione che l'amore è la strada da percorrere. Anche se non per tutti è così. Per alcuni, come ad esempio Lucrezio, amare è una vera maledizione e, forse, l'unico modo per essere felici è proprio evitare di innamorarsi.

Vedete, i rapporti d'amore sono una cosa a dir poco complicata. Amare qualcuno è una vera propria arte, e in alcuni casi richiede un impegno degno di uno stratega. Se pensate che io stia esagerando, leggete L'arte di amare di Ovidio. Per questo, ispirato proprio dal poeta, cronista degli intrighi amorosi della prima Roma imperiale, tra un capitolo e l'altro ho riportato brevemente i suoi consigli pratici su come tener viva la relazione amorosa. Nelle sue pagine, infatti, in un certo senso, si perde quel carattere civico, educativo e spirituale attribuito dagli antichi Greci all'amore, per dare spazio all'aspetto sensuale. Secondo Ovidio, per quanto sia bello condividere la propria esistenza con un'altra persona, da questa unione possono derivare degli effetti collaterali. Può capitare di essere sopraffatti dal desiderio di libertà, dal voler proteggere la propria sfera intima. Insomma, ci sono momenti della vita in cui la nostra individualità e le nostre esigenze personali hanno il sopravvento sulle necessità di chi amiamo. Ciò accade perché in ognuno di noi convivono sia sentimenti d'amore sia di libertà: quando ci si ritrova soli, si sente il desiderio dell'altro, ma quando la presenza del partner inizia a essere un po' ingombrante, allora scatta in noi il desiderio di ritrovare i nostri spazi. Insomma, in poche parole, di essere lasciati in pace.
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