Ragazzi, ecco come trovare rose nell'insalata gustando filastrocche

Ragazzi, ecco come trovare rose nell'insalata gustando filastrocche
di Donatella Trotta
Sabato 11 Gennaio 2014, 09:59 - Ultimo agg. 8 Ottobre, 18:09
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Saperi e sapori. Intrecciati con il filo rosso del gioco, della creatività e del piacere. Tra pastose immagini colorate e parole plurisensoriali, indicazioni culinarie semplici e filastrocche allegre: sono gustosi gli ingredienti de «Il (nuovo) mangiarime», librino illustrato di ricette filastroccate per bambini, ma non solo, opera a sei mani di tre giovani donne (Rosanna Bazzano, Rosanna Marziale e Federica De Fraia) pubblicata in agile veste grafica dall’altrettanto giovane sigla napoletana Iemme edizioni, di via Costantinopoli. Piccola editrice di progetto, la Iemme, che - non a caso - ha voluto puntare, con la collana “Bolle di sapere”, proprio sui lettori in erba. E dopo un bel titolo surreale, elegantemente illustrato, come «Atom e la stella caduta» di Gianpaolo Di Costanzo, e il successo del primo sperimentale «Mangiarime» dedicato alla nonna dell’autrice del testo poetico - inconsapevole custode della ricetta della felicità: un impasto che, ricorda Bazzano, «odora» di caramelle, bucato e silenzio, di campane e farina ma anche, «a tavola, di sorriso, carezze e parole» - ecco che il premiato sodalizio Bazzano-Marziale torna ora a sorprendere piccoli e grandi con una nuova primizia. Bene assortita, peraltro, con le tavole fortemente cromatiche della diciottenne De Fraia.

Mozzarelle dop, pomodorini, olive, ortaggi a chilometro zero, uova, latte, farina, pannocchie e patate, zucchero e cacao sono solo alcuni degli ingredienti concreti che la chef stellata casertana Rosanna Marziale “combina” e propone, nel suo mini talismano della felicità a misura di bambini: ben lieti di pasticciare per creare, giocando, qualcosa di commestibile. A trasformare poi questi ingredienti e regole di cucina in versi ottonari a rime alternate ci pensa la sapienza poetica di Rosanna Bazzano: origini siciliane e residenza arzanese, stimata autrice di versi che in questo cimento per i più giovani si è dilettata a costruire una sorta di lieve e ironica grammatica della fantasia in cucina. L’esito è un testo godibile, anche e soprattutto se condiviso tra piccoli aspiranti chef sotto i dieci anni e genitori, maestri, docenti, educatori e operatori sociali che senza pedanterie frustranti possono approfittare degli spunti offerti dal libro («Oggi il pranzo è un’avventura/ tutta messa dentro un piatto./ Voglio fare l’astronauta?/ Col mio pranzo è bell’e fatto!») per recuperare i princìpi di una sana e corretta educazione alimentare. Magari esercitata attraverso un’altrettanto sana manualità (da recuperare, ai tempi del virtuale) e una ineludibile, preziosa, conviviale relazione emotivo-affettiva tra adulti, bambini e ragazzi che in queste ricette facili possono sperimentare anche un protagonismo reale, nel cammino a piccoli passi verso l’autonomia. Perché se è vero che noi siamo quello che mangiamo, siamo anche quello che leggiamo. E – come ricordava il grande Munari – si possono trovare rose nell’insalata.



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