Il ritratto dell'arcivescovo Seripando
arriva in Italia ottant'anni dopo

Il ritratto dell'arcivescovo Seripando arriva in Italia ottant'anni dopo
di Ciro Manzolillo
Lunedì 22 Agosto 2016, 17:19
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Una pagina fondamentale di storia della città di Salerno. Un ritratto appassionato di uno dei suoi massimi protagonisti. È la biografia dell’arcivescovo Girolamo Seripando, scritta dallo storico tedesco Hubert Jedin, ora finalmente pubblicata per la prima volta dopo ottant’anni in lingua italiana grazie alle cure dello studioso salernitano Angelo Maria Vitale, che la integra con un ampio e aggiornato saggio. Il libro, dal titolo “Girolamo Seripando. La sua vita e il suo pensiero nel fermento spirituale del XVI secolo”, è stampato per i tipi della casa editrice Morcelliana, e ricostruisce l’esistenza e le opere del grande prelato dalla nascita fino agli ultimi istanti di vita.

Proveniente da una nobile famiglia e cresciuto nella Napoli dei primi anni del Cinquecento, il giovane agostiniano frequenta gli ambienti più colti e raffinati della Penisola, entrando nel corso degli anni in contatto con alcuni degli intellettuali, degli artisti, dei politici e degli uomini di chiesa più importanti dell’epoca: da Jacopo Sannazaro a Giorgio Vasari, dal vicerè Pedro de Toledo a san Carlo Borromeo. Protagonista dall’inizio fino alla sua conclusione del Concilio di Trento, l’evento più influente del secolo, Seripando riesce a diventare l’uomo di fiducia non soltanto dei papi, ma anche dell’imperatore Carlo V. è proprio lui che lo propone come arcivescovo di Salerno. La città è in grave difficoltà politica ed economica e attraversa una fase di decadenza dopo la morte in esilio del principe Ferrante Sanseverino, così l’agostiniano assume un ruolo di primo piano e si prodiga per migliorarne le condizioni, promuovendo una politica di riforma e cercando anche di accrescere il prestigio della antica e rinomata Scuola medica salernitana. Anche le vigorose omelie tenute nel Duomo di San Matteo sono un documento preziosissimo della sua attività instancabile e testimoniano in modo particolarmente efficace la grandezza del personaggio. Ammonisce con molta severità i salernitani a non cedere alle lusinghe dei protestanti e alla corruzione morale dilagante, così come li incoraggia con accenti ispirati ad affrontare le difficoltà economiche e le minacce delle frequenti incursioni dei pirati saraceni.

Uomo di enorme esperienza diplomatica, dopo aver viaggiato infaticabilmente per le corti di mezza Europa, dalla Spagna al Portogallo, dalla Francia al Belgio, riesce a fare della città di cui è vescovo uno dei punti più avanzati della riforma cattolica, proiettandola sullo scenario internazionale e facendone un modello indiscusso di progresso e di civiltà. Attivissimo tanto in campo culturale, quanto in ambito politico, diviene con la sua stessa vita un esempio di umiltà e di santità che rimarrà a lungo nella memoria dei concittadini, così come vivo resterà il ricordo della sua acutezza e della sua elegante ironia.

La narrazione delle vicende biografiche di Seripando ha l’andamento avvincente e godibile di un romanzo, reso ancora più intenso e coinvolgente dalla bella traduzione di Vitale e di Giulio Colombi. Il volume, nella seconda parte, contiene anche una grande quantità di lettere, di omelie e di scritti dell’arcivescovo su temi filosofici, teologici, politici. Si tratta di una lettura imprescindibile che si consiglia a chiunque voglia conoscere a fondo una figura decisiva nella storia italiana del Cinquecento, in un periodo in cui Salerno ancora appariva tra le città protagoniste sul palcoscenico politico e culturale dell’Europa.
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