La ricetta e le alchimie dell'amore in un racconto illustrato di Micole Imperiali e Benedetta Longo

Un'illustrazione di Benedetta Longo per "La formula dell'alchimista" di Micole Imperiali (Ad Est dell'Equatore)
Un'illustrazione di Benedetta Longo per "La formula dell'alchimista" di Micole Imperiali (Ad Est dell'Equatore)
di Donatella Trotta
Domenica 11 Dicembre 2016, 21:57 - Ultimo agg. 12 Dicembre, 20:42
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Sul suo blog ha scelto un motto di Karl Kraus che la dice lunga sul suo approccio alla scrittura: «Bisognerebbe scrivere ogni volta come si scrivesse per la prima e per l’ultima volta. Dire quanto sarebbe giusto per un congedo e dirlo così bene come per un debutto». Perché Micole Imperiali, classe 1981, origini romane, peregrinazioni europee e residenza napoletana, non fa mistero della sua passione dominante. Parallela, ma anche linfa vitale alla sua attività di giornalista free lance, promotrice di eventi culturali e laboratori creativi con un’attenzione particolare all’infanzia come stagione dove l’incanto può ancora essere possibile, se ci si crede. Micole scrive fiabe, compone poesie. Qualcuna, pubblicata e anche premiata. E la passione di Micole cresce, alimentata dai cortocircuiti della vita: prodiga di sorprese, nel gioco del caso e delle sincronicità. In uno di questi, Micole incontra Benedetta Longo, classe 1988. Anche lei romana, anch’essa dedita a studi letterari e a una vocazione precoce e dominante: quella per i pennelli e i colori, sperimentati sin da bambina. Fino a realizzare le sue aspirazioni, con performance e mostre che l’hanno incoraggiata a continuare in quello che è diventato, a Lecce, il suo lavoro di artista.

Dalla consonanza tra queste due giovani autrici, accomunate da sensibilità vibratili e da affini visioni del mondo, è nato un piccolo progetto editoriale, reso possibile da una campagna di crowdfunding dell’editore napoletano Ad est dell’Equatore: si intitola La formula dell’alchimista (nella collana «i cubi», euro 16: sabato 17 dicembre, alle ore 19, la prima presentazione a Napoli, presso la libreria delle donne Evaluna in piazza Bellini) ed è una fiaba illustrata, appena pubblicata in un agile formato rettangolare che racchiude il sogno condiviso di Micole e Benedetta di lavorare insieme, intrecciando il linguaggio testuale con quello iconico sulle ali della poesia. Protagonista del libricino - un piccolo viaggio iniziatico che dalla ricerca della felicità al tentativo di trovare la formula dell’amore approda all’armonia cosmica - è un vecchio saggio solitario, che vive in una grotta come un eremita e dal suo antro magico nel cuore della terra insegue il segreto della vita. Imperiali snoda la narrazione con una cifra stilistica asciutta e a tratti lirica, a connotare una dimensione atemporale dove lo scorrere delle stagioni e delle esperienze umane arricchisce il cammino sapienziale dell’anziano alchimista tra esperimenti, tentativi ed errori, insonnie e serene meditazioni, osservazione ed esigenza di equilibrio.

Dall’alba al tramonto, il vecchio persevera per donare all’umanità - il cui animo ha attentamente studiato - la ricetta per l’amore, come sua ultima creazione. Consapevole che, come la verità, forse anche questo sentimento misterioso e sfuggente «si dona solo a chi persevera». Il fluire lieve del testo dell’autrice si sposa e si mescola con le tavole evocative dell’illustratrice, che lo asseconda in un crescendo di cromatismi dai colori della terra a quelli del cielo, dei glicini, e della natura. Sin dall’incipit, denso di simbolismi: dalla grotta buia, antro magico del vecchio saggio, alla luce del paese assolato che anche di notte è rischiarato dalle stelle, Imperiali con i segni e disegni di Longo anticipa così un cammino lieve di autoconsapevolezza il cui mistero sarà svelato solo alla fine, un po’ come avviene nella delicata Fiaba d’amore scritta e illustrata da Hermann Hesse: e se per il grande scrittore tedesco-svizzero il segreto della dualità perfetta alligna nella metamorfosi, la giovane autrice napoletana ravvisa nell’abbandono alla contaminazione l’energia vitale che può mandare avanti il mondo.

L’importante, sembra suggerire questo piccolo apologo per tutte le età, è porsi in ascolto della voce del vento, che sa raccontare. Come gli acquerelli di Benedetta Longo, giocati sul colore per esprimere stati d’animo volatili e situazioni cangianti con un linguaggio parallelo - indipendente e insieme affine - a quello testuale. Che così spiega la giovane artista: «Nel dipingere, la scelta dei colori è progressiva, parte dall’idea di scala, di viaggio. Si evolve da una materia grossolana per arrivare ad una più sottile, in sintonia con il fluire del testo. Lo studio dei colori ne La formula dell’alchimista non è casuale, ricerca l’armonia. Se il testo fosse il primo violino, le tavole risuonerebbero come l’orchestra».
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