Vico Equense, per il Museo della cattedrale un ciclo di quattro concerti

Vico Equense, per il Museo della cattedrale un ciclo di quattro concerti
di Donatella Trotta
Martedì 30 Agosto 2016, 00:04 - Ultimo agg. 16:34
3 Minuti di Lettura
Arte sacra, cultura e musica nel segno della solidarietà. Per recuperare affreschi di scuola post-giottesca bisognosi di restauro. E poi preziosi paramenti sacri, tra i quali due mitre vescovili di monsignor Michele Natale, martire della Rivoluzione Napoletana del 1799 giustiziato in piazza del Carmine a Napoli. E ancora, messali antichi, argenti e altre ricchezze di un patrimonio non soltanto artistico che racconta la storia della monumentale chiesa della Santissima Annunziata: l’antica cattedrale (fino al 1818) e fino al 1799 sede vescovile di Vico Equense: ridente porta d’accesso alla penisola sorrentina, per il quale si sta allestendo, nella cripta, un «Museo della cattedrale».

«Sono già pronte vetrine e arredi, d’intesa con la Curia e la Soprintendenza, ma sono subentrati alcuni problemi e il progetto ha subìto una battuta d’arresto», spiega don Pasquale Vanacore, direttore dell’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia. In altre parole, sono finiti i soldi: sia della Soprintendenza, sia la parte dei fondi dell’8 per mille destinati dalla Cei ad alcuni restauri. Ma per completare il Museo, «mancano ora altri 10-15mila euro», ammette don Pasquale. La prima a scendere in campo per la realizzazione dell’iniziativa è l’Associazione culturale vicana «Aequa 20», fondata e presieduta dal 1983 da Beniamino Cuomo. Il quale ha avuto l’idea di avviare un crowdfunding spontaneo e informale, attraverso un ciclo di «Quattro concerti in cattedrale», dal 30 agosto al 23 ottobre. Rigorosamente gratuiti: «L’ingresso è libero, grazie alla generosità dei musicisti che per amicizia e stima nei riguardi dell’associazione hanno accettato di partecipare a titolo volontario - spiega Cuomo - ma sarà ovviamente gradita, da parte del pubblico, un’altrettanto libera offerta destinata all’allestimento del Museo, molto atteso in città». Ovviamente, precisa Cuomo, «sarà effettuata una precisa rendicontazione nominativa che sarà pubblicata su Facebook o inviata per posta elettronica, per garantire la trasparenza e il corretto utilizzo di quanto sarà raccolto».

Si parte alle 20,30 con il primo appuntamento, ospitato come tutti gli altri eventi successivi nell’ex cattedrale, eretta a picco sul mare agli inizi del XIV secolo, dopo alterne vicende chiusa per quasi vent’anni per i danni subiti durante il terribile terremoto del 23 novembre 1980 e infine riaperta al culto il 26 agosto 1995, con le sue due porte in bronzo realizzate a inizi anni Ottanta dallo scultore Michele Attanasio, dedicate a Giovanni Paolo II e raffiguranti un Cristo ieratico. Un luogo sacro che intreccia arte, culto e storia, tra i pochissimi esempi di architettura gotica della costiera sorrentina malgrado la facciata, rifatta alla fine del XVIII secolo e di recente ridipinta, sia invece in stile barocco. È qui che si esibirà, in apertura del ciclo di concerti, l’Ensemble da Camera Sannita (Luigi Abate, Pierluigi Bartolo Gallo, Roberto Fusco, Raffaele Tibeo, Alessandro Zerella) con i solisti Fabrizio Falasca (violino) e Silvano Fusco (violoncello) che interpreteranno «Le quattro stagioni» di Vivaldi e il concerto per violino e violoncello F IV n. 2.
 
Domenica 11 settembre alle ore 20, sempre nella chiesa della Santissima Annunziata, sarà la volta del quartetto d’archi Mitja in un programma speciale, «Worldwide string Quartet» che alternerà brani di Antonin Dvorak, Enoch Sontonga, Alfred Hill e Luis Gianneo (questi ultimi due in prima italiana). Ancora, domenica 18 settembre (ore 20) la voce scura di Daniela del Monaco accompagnata dalla chitarra di Antonello Del Grande risuonerà tra le navate dell’antica cattedrale con il suo repertorio di canzoni classiche napoletane, e non solo. Chiusura di questo ciclo domenica 23 ottobre, alle ore 19, con un recital di Francesco Manara, primo violino del teatro La Scala e musicista sensibile, come i suoi colleghi coinvolti nell’iniziativa, alla (giusta) causa dei beni culturali da tutelare. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA