Dillo al Mattino | Posillipo e quei
«signori» con la puzza sotto il naso

Martedì 20 Settembre 2016, 11:12
2 Minuti di Lettura
Torno a Napoli sempre con amore ed entusiasta della mia napoletanità, decido dopo anni di passare una giornata al mare con mia moglie e mia figlia, che non è stata mai a Posillipo, presso la località acque minerali che si trova a Marechiaro e dove vi è  la possibilità di fare un bagno in un mare pulito e circondato da un bellissimo panorama. Un barcaiolo ci accompagna nel punto stabilito, ci verrà a riprendere nel tardo pomeriggio. Ci incamminiamo sui sentieri scoscesi di tufo giallo ammirando il bellissimo paesaggio, scopro mio malgrado, che alcuni “signori” hanno piantato paletti metallici in blocchi di cemento mobili con la scritta: divieto di accesso e proprietà privata. Proseguiamo sotto lo sguardo indignato dei “signori”. Rimango perplesso poiché pensavo e penso tutt’ora che quei posti sono di proprietà del demanio pubblico. Ma allora perché? La risposta è semplice, perché quei suddetti “signori” tenene a puzz sott’ o naso.  Andrebbero denunciati per aver abusivamente occupato e deturpato. Sono nato nella zona orientale di Napoli, sporca, degradata, dove non esistono servizi per il cittadino, dove regnano incontrastate le blatte germaniche, dove si è persa l’identità, sostituita da quella cinese, dove dilaga la delinquenza e dove i miei mi hanno insegnato con immensi sacrifici che l’onestà la gentilezza il rispetto dell’altrui libertà pagano sempre. Quel giorno a Posillipo mi sono reso conto che i problemi che affliggono Napoli non possono essere affrontati separatamente piantando dei paletti su di uno scoglio, il mio sacchetto dell’immondizia l’ho portato via per rispetto di quei luoghi e soprattutto per chi verrà dopo di me.
 
Salvatore Caramiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA