Alitalia, incontro fra Governo e sindacati in vista del piano industriale

Alitalia, incontro fra Governo e sindacati in vista del piano industriale
Domenica 15 Gennaio 2017, 21:32 - Ultimo agg. 16 Gennaio, 12:35
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Il tempo passa e la necessità di un piano industriale che sia base di rilancio per Alitalia si fa sempre più stringente. Tre settimane era stato il timing fissato dal Governo nell'incontro dello scorso 9 gennaio col management della compagnia. Una tempistica ribadita oggi. domenica, dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Una settimana, praticamente, è già passata e l'attesa è sempre più forte.

Intanto lunedì proprio Calenda e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, incontreranno i sindacati, preoccupati per esuberi che appaiono inevitabili (circa 1.500, con una forchetta che andrebbe dai 600 ai 1.600). E sempre lunedì il Governo cercherà di evitare, in extremis, lo sciopero del trasporto aereo programmato per venerdì prossimo. La centralità del nuovo piano industriale quinquennale, del resto, è stata ribadita anche oggi da Calenda, che ha invitato a non pensare alla strada della «ri-nazionalizzazione», visto che «quando era dello Stato» la compagnia è stata gestita «molto molto male». Quello che serve oggi, ha detto il titolare di via Molise è «un chiaro piano industriale, parlare di esuberi così non è più accettabile».

Piano che «in questo momento non c'è nella sua completezza» e «finché gli azionisti non lo approvano non è un piano industriale che può essere presentato al governo». Già, gli azionisti, che - come ha ricordato Calenda - devono essere convinti perché «hanno messo un sacco di soldi». Qui le cose si complicano. Il piano messo a punto dall'a.d. Cramer Ball (158 pagine frutto di 4 mesi di lavoro) è stato approvato nelle sue linee guida dal cda del 22 dicembre, ma il via libera definitivo degli azionisti, elemento richiesto dal Governo affinché sia blindato, è subordinato dalla volontà degli stessi a un'approvazione da parte di un advisor, che al momento non c'è. Il nome - secondo quanto si apprende - potrebbe uscire da un cda che dovrebbe tenersi il prossimo 23 gennaio. È noto inoltre che le 2 grandi banche azioniste (Intesa e Unicredit) lascerebbero volentieri la mano ad un partner industriale, elemento che sarebbe probabilmente anche una delle chiavi del rilancio della compagnia.

Così come è nota la loro preferenza per l'unico vettore europeo (abbandonata la partnership con Air France) che presenterebbe le caratteristiche idonee: Lufthansa.
Ma il compito del management Alitalia non è semplice: rendersi appetibili con perdite annue sopra i 400 milioni, è oggettivamente complicato. Avviati da mesi, comunque, i contatti con Lufthansa non sono mai cessati e, probabilmente, l'agenda del top management Alitalia, in questo senso nelle ultime ore si è ulteriormente infittita. Solo dopo il piano industriale dunque comincerà la trattativa sugli esuberi, tema che ovviamente è parte integrante del piano stesso. Ma il management di Alitalia dovrà illustrare al Governo molte altre soluzioni prima di chiedere i tagli: il riposizionamento fra rotte di corto, medio e lungo raggio; la strategia per rispondere all'attacco delle low cost; il rapporto e i costi legati agli scali aeroportuali; l'adeguamento della flotta anche e soprattutto in funzione delle strategie future. Quella su Alitalia «è una grande scommessa, difficile», ha detto Calenda, perché «non è più compagnia di bandiera. Non la sottostimo» ma ora «è importante che si chiarisca dove vuole arrivare e quale è la sua missione».
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