«Strade, il piano per il Sud» Armani: spenderemo 12 miliardi in cinque anni

«Strade, il piano per il Sud» Armani: spenderemo 12 miliardi in cinque anni
di Nando Santonastaso
Martedì 23 Febbraio 2016, 09:21 - Ultimo agg. 11:09
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 «Mettere la scadenza finale ad una grande opera è già un buon inizio». Sembra un paradosso ma si scopre subito che nelle parole di Gianni Vittorio Armani, da dieci mesi presidente di Anas, c’è ben altro. La consapevolezza, ad esempio, di essere il primo «tecnico» a mettere la parola fine alla storia dell’incompiuta per eccellenza, la Salerno-Reggio Calabria dei 50 anni e passa di cantieri, polemiche, ritardi e inchieste della magistratura. «Tocca a me l’ultimo tratto dopo la decisione del governo di porre un limite conclusivo all’opera: è un segnale importante e l’Azienda è nelle condizioni di rispettarlo», dice nel giorno dell’inaugurazione di un’altra importante infrastruttura Anas al Sud, la Variante di Grottaminarda, compresa tra la strada statale 90 «delle Puglie» e l’ex statale 91 «della Valle del Sele», in provincia di Avellino. «È costata i 36 milioni previsti, non un euro in più, con standard di qualità ottimali», spiega Armani, il manager della svolta per l’Anas come dimostrano i 36 dirigenti di prima linea da lui sostituiti in pochissimo tempo.

 Torniamo alla Sa-Rc: non avevate previsto di finire i lavori entro la primavera del 2017? Perché quest’anticipo?

«La svolta si è avuta dopo la riapertura, nel luglio 2015, del cantiere del tratto Mormanno-Laino borgo, il più complicato di tutti con i problemi legati all’agibilità del viadotto Italia. Parliamo di un cantiere con 1500 addetti su tre turni di lavoro e di un’opera assai impegnativa da mettere in sicurezza. Abbiamo raddoppiato gli scavi sulle gallerie e riorganizzato in generale il piano di interventi. Uno sforzo massiccio e fondamentale per l’intera autostrada. Era l’ultima, indispensabile priorità: il resto non poteva che passare in secondo piano».


Vuol dire in sostanza che l’autostrada è stata di fatto completata? Insomma che l’inaugurerete davvero il 22 dicembre?

«Sì. Rifarla ancora, progettando altre varianti per lavori che non sono più decisivi, avrebbe comportato spese eccessive e in fondo anche inutili. Dopo il completamento di quest’ultimo tratto e la messa in opera di interventi sempre più puntuali di manutenzione, si può ben dire che ormai siamo al traguardo. E senza andare a discapito della qualità: gli standard medi della Salerno-Reggio Calabria sono comparabili a quelli della Firenze-Bologna o dell’autostrada del Brennero».

Cosa manca ancora?

«Piccole cose, penso ad esempio alla sistemazione dell’illuminazione a led delle gallerie. Faremo anche quella, senza ritardi. Certo, ci saranno tratti più moderni e altri meno moderni ma mai al di sotto dei livelli di sicurezza e affidabilità».

Arriverà il pedaggio una volta portati a termine gli ultimi lavori?

«Non è l’Anas a deciderlo, come sa. La mia opinione è che sulla rete stradale e autostradale del Paese occorrerebbe una tariffazione più ampia. Di sicuro la densità del traffico al Sud non è tale da giustificare una spesa forte. Gli automobilisti pagano già tante tasse, meglio investire risorse nelle strade».

Che valore ha per lei, appena insediatosi, il completamento di quest’opera attesa da oltre mezzo secolo?

«Enorme, è ovvio.
Ma non vorrei che si trascurasse un dettaglio a mio giudizio altrettanto importante: la chiusura dei lavori della Sa-Rc fa parte di quel piano quinquennale di impegni che rappresenta la vera svolta nella storia dell’Anas. Non più lavori ed opere che si annunciano e non finiscono mai, come purtroppo è accaduto, ma una vera e propria pianificazione con risorse certe. Spenderemo 20 miliardi nei prossimi 5 anni e 12 di essi nel Mezzogiorno dove peraltro la presenza di infrastrutture dell’Azienda è maggiore».
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