Banche: Fmi, Npl e produttività
pesano sulla ripresa dell'Italia

Banche: Fmi, Npl e produttività pesano sulla ripresa dell'Italia
Martedì 23 Agosto 2016, 21:05
2 Minuti di Lettura
Elevate sofferenze bancarie e bassa redditività delle stesse banche sono un'accoppiata letale che mina la ripresa in Italia. A lanciare l'avvertimento al governo Renzi è uno studio pubblicato sul sito del Fondo Monetario Internazionale dal titolo “Redditività e risanamento dei bilanci delle banche italiane”. «Senza misure di compensazione, la combinazione tra ampie sofferenze (Npl) e bassa redditività» delle banche «continuerà a pesare sulla ripresa» in Italia, sottolinea lo studio che analizza le principali 15 banche italiane. E «anche se la domanda per il credito potrebbe aumentare dai bassi livelli attuali, la capacità e la volontà delle banche a prestare denaro è probabile che resti modesta», spiega l'analisi pubblicata dall'organizzazione di Washington, che però mette in risalto gli sforzi del governo italiano nell'affrontare i problemi del settore finanziario.

Roma «ha varato misure per affrontare i nodi strutturali per la risoluzione delle sofferenze e per aumentare la resilienza del settore bancario», evidenzia lo studio. Gli autori del 'working paper' Andreas Jobst e Anke Weber, che hanno analizzato con tecniche quantitative le capacità attuali e future di reddito degli istituti di credito italiani, spiegano che «la redditività delle banche italiane dipende da vari fattori tra cui la ripresa dell'economia, il tipo di politica monetaria e gli effetti di riforme passate e presenti, specialmente quelle volte a risolvere gli ostacoli strutturali legati alle sofferenze (Npl) e favorire il consolidamento del settore». I due economisti aggiungono che in «generale gli istituti italiani sono redditizi ma tra di loro la situazione è significativamente eterogenea». E «un certo numero di banche più piccole rischia le pressioni maggiori sulla redditività». Queste infatti «continueranno a lottare per essere redditizie anche con le condizioni di provvista estremamente favorevoli legate alle misure straordinarie di politica monetaria della Bce».

E ciò anche perché, sottolineano i due economisti, «la redditività delle nuove operazioni di finanziamento resta troppo bassa rispetto agli elevati costi degli accantonamenti associati alle attività deteriorate sui finanziamenti già in essere». Quindi, concludono, «c'è bisogno di una spinta decisiva nella pulizia dei bilanci, nel taglio dei costi e nell'efficienza per aumentare la redditività delle banche, spingere i prestiti e rafforzare la resilienza degli istituti di credito»
© RIPRODUZIONE RISERVATA