Esperti ottimisti su piano Mps
«Ma i tempi non saranno brevi»

Esperti ottimisti su piano Mps «Ma i tempi non saranno brevi»
Domenica 31 Luglio 2016, 21:32
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ROMA - Il piano per Mps è oramai una realtà e si sono allontanati i rischi più immediati per la banca e per l'intero sistema. Ma i tempi di attuazione dell'operazione che deve rimettere in piedi la terza banca del paese non sono brevissimi e soggetti a rischi non 'di scuolà. Passato il fine settimana a leggere e studiare documenti, carte e comunicati, analisti, esperti e consulenti che hanno partecipato in qualche misura alla sua stesura sono in genere ottimisti sulla sua realizzazione e successo ma fanno notare come per il suo completamento si debba arrivare al 2017 inoltrato.

A dettare i tempi, si sottolinea, sono stati gli aspetti tecnici e le necessità operative. Allontanato lo scenario di un cavaliere bianco o di un backstop pubblico (quelli sì con tempi più rapidi) il ricorso a una soluzione di mercato ha imposto una tempistica giocoforza di diversi mesi. Solo per l'operazione decisiva di cessione delle sofferenze da 9,2 miliardi occorreranno infatti diversi mesi. Se per la tranche junior da assegnare ai soci e quella mezzanine dove arriverà Atlante non ci son grandi problemi, per quella senior (garantita) da 6 miliardi, dove attivare la garanzia pubblica Gacs, bisognerà lavorare molto. A parte il precedente della Banca Popolare di Bari, infatti, in Italia la garanzia non è stata ancora usata e le dimensioni sono notevoli.

Oltre a questo è ragionevole ipotizzare un percorso senza intoppi per il prestito ponte e l'aumento di capitale fino a 5 miliardi. Malgrado il consorzio non sia di garanzia ma di collocamento, il regista dell'intera operazione Jp Morgan difficilmente potrebbe mandarlo a monte dopo che si è molto speso in queste settimane in termini di reputazione. Quello che sarà decisivo piuttosto sarà il piano che verrà presentato a settembre non solo in termini di obiettivi scritti nelle slide ma soprattutto di esecuzione. Insomma la banca dovrà dimostrare al mercato - cui chiederà 5 miliardi - di cambiare veramente passo e che, pur ripulita e ripatrimonializzata, non sia un istituto di credito con un business non redditizio. Non c'è quindi fretta e non ci potrebbe comunque essere anche perché in fondo il Monte è pur sempre una banca con livelli di capitale ben sopra i minimi regolamentari in assenza di stress test. Perciò se l'aumento porterà a un partner questa non è più un'esigenza di vita o di morte ma si potrà ragionare su basi diverse.

Di certo con un Mps avviato sul risanamento autorità e vigilanti si aspettano un calo delle pressione sul settore bancario italiano e un modello da poter applicare anche a altre situazioni di difficoltà. È pur vero che ogni banca e ogni portafoglio di Npl hanno storie diverse ma se il mercato delle sofferenze acquisterà una certa fluidità allora tutto sarà più agevole. Come ha detto pochi giorni fa il presidente Bce Mario Draghi il problema delle sofferenze non si risolve in tempi brevi ma bisogna iniziare ad affrontarlo anche con misure legislative e giudiziarie che lo rendono così cronico in Italia.
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