Brexit, Fmi lancia
l'allarme crescita

Brexit, Fmi lancia l'allarme crescita
Giovedì 30 Giugno 2016, 20:50
2 Minuti di Lettura
NEW YORK - L'economia mondiale è a rischio: la Brexit e l'incertezza innescata minacciano di rallentare la già debole ripresa in atto. L'allarme è del Fmi, e non è isolato. Mentre le Borse continuano il rimbalzo del dopo voto, le banche centrali si attrezzano per agire, con la Bce che valuta un rafforzamento del quantitative easing e la banca d'Inghilterra che apre a un taglio dei tassi nei prossimi mesi a sostegno della ripresa. George Soros dal Parlamento Europeo non usa mezzi termini: «Andiamo incontro a una crisi come quella del 2008». L'agenzia Standard & Poor's mostra i suoi timori tagliando il rating dell'Ue ad AA da AA+ con outlook stabile.

L'incertezza dal voto sulla Brexit si farà sentire sulla crescita rallentandola «soprattutto in Gran Bretagna ma con ripercussioni anche in Europa e sull'economia globale» afferma il Fmi, mettendo l'accento sul fatto che «prolungati periodi di incertezza e il calo della fiducia di consumatori e aziende che questa comporta si traducono in crescita più bassa». La prossima occasione per il Fmi per certificare un rallentamento della ripresa globale sarà il 19 luglio, quando saranno presentate le nuove stime. Lo ha lasciato intendere nell'Article IV della Germania. Rivedendo al rialzo la crescita della locomotiva tedesca per il 2016 a +1,7%, il Fmi ha precisato che ci sarà probabilmente un downgrade delle stime a causa della Brexit. Il check up sullo stato di salute dell'economia tedesca è stato infatti condotto prima dell'esito del referendum, e alla luce del voto sarà probabilmente rivisto.

La Germania si presenta in una posizione solida, e anche il suo sistema finanziario appare forte, ad eccezione di Deutsche Bank, considerata una delle banche più a rischio al mondo. Una valutazione severa che arriva dopo la bocciatura, la seconda consecutiva, agli stress test della Fed. Due giudizi negativi che affondano i titoli della banca tedesca, scesi ai minimi degli ultimi 30 anni. «È essenziale rafforzare le banche europee, risolvendo il nodo dei crediti deteriorati» incalza il Fmi. Anche se i mercati continuano a correre, con le piazze finanziarie europee tutte in nero e i listini americani che tornano in territorio positivo per il 2016, le banche centrali restano allerta. E si preparano ad agire. La Bce sta valutando, secondo indiscrezioni, un allentamento dei requisiti per l'acquisizione di bond nell'ambito del suo piano di acquisti di asset per sopperire alle turbolenze della Brexit che hanno ridotto la disponibilità dei titoli sul mercato. Di fatto un rafforzamento del quantitative easing a sostegno della crescita, che rischi di incontrare l'opposizione della Bundesbank.
© RIPRODUZIONE RISERVATA