Troppi debiti? Ecco cosa fare per accedere alla legge «salva-suicidi»

Troppi debiti? Ecco cosa fare per accedere alla legge «salva-suicidi»
di Angelo Rossi
Lunedì 2 Maggio 2016, 17:50
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Anche a Napoli si moltiplicano le richieste di adesione alla cosiddetta “legge salva-suicidi”, dopo il precedente favorevole di una cittadina di Busto Arsizio, che è riuscita a ridiscutere il suo debito con Equitalia riducendolo a 11 mila euro, rispetto agli 86 mila previsti inizialmente.

La normativa che regola il sovraindebitamento rappresenta una soluzione concreta per molti soggetti che non sono più in grado di far fronte ai debiti contratti (verso banche, finanziarie, fornitori privati, Equitalia e le Pubbliche Amministrazioni). Con l’introduzione di tali disposizioni, l’Italia si è allineata agli altri Paesi europei e grazie al “fresh-start”, è possibile uscire dal problema del debito e ritornare a vivere serenamente.

Il Legislatore definisce il sovraindebitamento “una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio liquidabile per farvi fronte, nonchè la definitiva incapacità del debitore di adempiere regolarmente le proprie obbligazioni”.

Chi può accedere all’accordo di ristrutturazione del debito verso i propri creditori? Lo abbiamo chiesto all’avvocato Carlo Claps, presidente di Aidacon Consumatori (www.aidacon.it) che ha già raccolto tantissime richieste di adesione da parte di cittadini napoletani insolventi.

“Ne possono usufruire le persone che hanno assunto obbligazioni esclusivamente per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta (ad esempio dipendenti, pensionati e professionisti);i piccoli imprenditori al di sotto delle soglie di fallibilità;gli imprenditori agricoli, in quanto esclusi dalla legge fallimentare;altri soggetti non fallibili come, ad esempio, le associazioni e gli enti no profit. Si procede in questo modo: il sovraindebitato, avvalendosi di un organismo riconosciuto dalla legge o di un professionista (avvocato, commercialista…), può proporre ai creditori, depositandolo presso il Tribunale del luogo ove ha la residenza, un accordo di ristrutturazione del debito, sulla base di un piano che assicuri il regolare pagamento dei creditori, precisando le modalità ed i termini di pagamento, le eventuali garanzie rilasciate per l’adempimento dei debiti nonché le modalità per l’eventuale liquidazione dei beni. Per arrivare all’esdebitazione – precisa l’avvocato Claps - è necessario che l’accordo sia raggiunto con i creditori che rappresentano almeno il settanta per cento dei crediti. Se il creditore contesta il piano presentato, spetterà al Giudice valutarne la convenienza rispetto ad altre alternative, che comprendono anche la vendita dei beni del debitore”.







 
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