Mps, salta l'aumento privato e Siena getta la spugna

Mps, salta l'aumento privato e Siena getta la spugna
Venerdì 23 Dicembre 2016, 08:03
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Ora è ufficiale. La più antica banca del mondo (fondata nel 1472), rientra nell'orbita pubblica, abbandonata nel 2003 con la discesa della fondazione sotto il 51%. Il cda del Montepaschi iniziato ieri sera alle 17,30 ha decretato il fallimento della ricapitalizzazione di mercato da 5 miliardi partita lunedì 19, della quale ne sono state raccolti 2,4 di liability management exercise (lme), cioè di conversione dei bond in azioni. Il board presieduto da Alessandro Falciai, poi, a valle della riunione del consiglio dei ministri riunitosi alle 22, che ha varato il decreto salva-banche con l'istituzione di un fondo da 20 miliardi, ha chiesto di poter aderire alla ricapitalizzazione precauzionale da attuare secondo le procedure del burden sharing previste dalla direttiva europea Brrd: conversione forzata dei 4 miliardi circa di bond sottoscritti dal retail e dagli istituzionali: alle famiglie sarà previsto un meccanismo di ristoro.
Il nuovo assetto dovrebbe prevedere gli ex bondholders in maggioranza, gli attuali soci e lo Stato. Il fondo salva-banche sarà utile in primis a Mps e poi ad altri istituti, come le banche venete (Popolare di Vienza e Veneto Banca che Bce ha voluto fossero ricapitalizzate subito da Atlante con 938 milioni), le casse di Cesena, Rimini, San Miniato. La Consob, intanto, ha disposto la sospensione del titolo per l'intera seduta odierna di Borsa per evitare ripercussioni ulteriori su un titolo che, da inizio anno, ha perso l'87,7% pari a 3,1 miliardi di valore a fronte di una discesa del Ftse banks del 36,8%.
La ricapitalizzazione privata «non si è chiusa con successo», si legge nella prima nota diffusa dal cda senese tenutosi a Milano. «Non sono stati raccolti ordini di investimento sufficienti a raggiungere la somma di 5 miliardi, necessaria a consentire il deconsolidamento dei non performing loan e il raggiungimento degli altri obiettivi di rafforzamento patrimoniale».
La ricapitalizzazione si rendeva necessaria, dopo il fallimento degli esercizi di stress (indice Cet1 negativo del 2,23% nello scenario avverso) per ripristinare i coefficienti di capitale erosi dagli accantonamenti straordinari causati dalla vendita di 27,7 miliardi di npl (9,2 miliardi netti) a un veicolo di Atlante. Dei 5 miliardi freschi, 2,2 servivano per alzare le coperture sui crediti deteriorati rimasti in pancia, un miliardo per aumentare al 67% la copertura sulle sofferenze e 1,6 per ricapitalizzare la bad bank oggetto di spin-off e in questo modo determinare il deconsolidamento delle sofferenze. Con questa manovra l'indice Cet1 sarebbe salito oltre il 13%.

LE RAGIONI DEL FLOP
La Bce ha posto come termine ultimo per il rafforzamento patrimoniale il 31 dicembre. Questo perchè, un eventuale rinvio di 20 giorni che pure era stato chiesto, avrebbe potuto peggiorare i requisiti patrimoniali e «un ulteriore deterioramento della posizione di liquidità».
Tornando al flop della soluzione privata «non si sono concretizzate manifestazioni di interesse da parte di anchor investor disponibili a effettuare un investimento rilevante». Non si è concretizzato l'investimento di Qia, il fondo del Qatar. Va detto che delle otto banche del consorzio di pregaranzia, poi trasformato in un contratto di agency per il collocamento delle azioni, solo JpMorgan avrebbe continuato a sostenere la disponibilità degli arabi fino a poco fa: gli altri istituti non hanno mai avuto contatti.
Il venir meno del Qatar è circostanza «che ha influito negativamente sulle decisioni degli investitori istituzionali limitando significativamente gli ordini di sottoscrizione. Non è pertanto risultato possibile raggiungere la somma di 5 miliardi nonostante l'esito positivo dell'esercizio di liability management che ha registrato la volontaria conversione di obbligazioni subordinate in azioni per 2,4 miliardi».
Il fallimento dell'aumento «comporta il venir meno anche dell'operazione di cartolarizzazione e del complessivo esercizio di liability management su passività subordinate emesse o garantite dalla banca. I titoli conferiti in adesione alle offerte lme saranno restituiti ai rispettivi portatori nei termini indicati nella documentazione di offerta». L'archiviazione della soluzione privata fa sì che «le banche d'affari coinvolte a vario titolo nel consorzio di collocamento, e nell'operazione di cartolarizzazione, ivi comprese JpMorgan Mediobanca, non riceveranno alcuna commissione». La banca americana che sarebbe stata imposta dal vecchio governo al cda senese in luglio, avrebbe percepito una fee dell'ordine di 450 milioni. Infine il consiglio «ringrazia tutti i dipendenti per il grande sforzo profuso al servizio della Banca e dei clienti in questo delicato momento della vita dell'Istituto». Ora si apre la fase pubblica sulla base di un nuovo piano industriale che dovrebbe rassomigliare a quello fatto da Marco Morelli, da presentare alla Ue e Bce.
r. dim.
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