Crescita al palo, il Tesoro: dati previsti, conti sotto controllo

Padoan
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Venerdì 12 Agosto 2016, 17:00
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«Nonostante la crescita sia più fragile del previsto, i conti pubblici sono sotto controllo, come evidenziato dall'andamento del fabbisogno del settore statale. A fine settembre il governo presenterà nella nota di aggiornamento al Def il nuovo quadro macroeconomico con le previsioni aggiornate sull'andamento dell'economia e in combinazione con i dati della contabilità nazionale sarà possibile valutare i target per il rapporto deficit/Pil e debito/Pil». Lo afferma il Mef commentando i dati diffusi dall'Istat che registrano una battuta d'arresto della crescita italiana

Il dato sul pil fermo «non costituisce una sorpresa», continua il Tesoro spiegando che dipende da fenomeni come, tra l'altro, la minaccia del terrorismo, la crisi dei migranti e la Brexit che «erano noti da tempo» rispetto all'impatto sulle prospettive di crescita dell'Italia. «Diverse fonti di governo, compreso il Mef, avevano già segnalato che le stime di crescita formulate ad aprile con il Def sarebbero state messe in discussione da questo nuovo scenario, e numerosi previsori (dal Fmi all'Ocse) hanno già rivisto al ribasso le stime della crescita mondiale».

«Presenteremo per il 27 settembre la nota di aggiornamento del Def, a quel punto vedremo in che situazione ci troveremo. Non c'è dubbio che sulla base di questi dati appare difficile conseguire l'obiettivo di crescita che era fissato per il 2016, cioè l'1,2%», ha detto ad AffaiItaliani il viceministro all'Economia, Enrico Morando. «Inevitabilmente, sarà possibile che si determinino maggiori difficoltà nella definizione delle scelte. O meglio, bisognerà tenere conto di questo andamento nella definizione delle scelte che riguardano il 2017 e gli anni successivi».

«Per quello che riguarda l'andamento dell'economia, è dall'autunno scorso che ripetiamo che il contesto internazionale in cui ci collochiamo è diventato più incerto e l'incertezza è la nemica fondamentale della crescita.
Quindi tutto ciò determina un ulteriore rallentamento del ritmo di crescita, che era già gracile e molto fragile di suo». «È certamente preoccupante - ammette Morando - la situazione che viene messa in evidenza dal dato che riguarda l'andamento dell'economia, in un contesto nel quale le nostre previsioni già in autunno erano state ridimensionate per tenere conto dei fattori di instabilità che si stavano determinando nell'economia globale, a cui oggi si è aggiunta in particolare la Brexit con tutte le conseguenze del caso. Purtroppo si tratta di un dato atteso, anche se si poteva sperare su un decimale in più, ma la sostanza è che siamo per quanto concerne la dimensione annuale decisamente sotto l'1% e speriamo che nei prossimi mesi, prima di terminare l'anno, le cose vadano meglio. Non c'è dubbio però che l'andamento dell'economia è fonte di preoccupazione e che la causa di questo andamento peggiore rispetto alle previsioni stia nell'incertezza globale che sta purtroppo aumentando».
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