Risparmi per 128 milioni Alitalia sta dimagrendo

Risparmi per 128 milioni Alitalia sta dimagrendo
di Umberto Mancini
Lunedì 31 Luglio 2017, 08:05 - Ultimo agg. 1 Agosto, 16:56
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La cura dei commissari funziona. Se è vero che a fine luglio i risparmi messi in cascina per Alitalia dal team guidato da Luigi Gubitosi ammontano a 128 milioni di euro. Con l'obiettivo, in vista della procedura di vendita, di arrivare a quota 150 a fine anno. La parte del leone la fanno ovviamente la chiusura e la rinegoziazione dei contratti di hedging sul carburante, che hanno comportato una sforbiciata di circa 100 milioni in bilancio. Altri 20 milioni, sempre sedcondo fionti sindacali che hanno incrociato i dati aziendali, arriveranno dal taglio di alcuni contratti di fornitura affidati a società esterne. Circa 8 milioni sono invece il frutto dei risparmi legati all'uscita di 20 top manager targati Etihad o comunque alle precedenti gestioni, che hanno lasciato la scena in questi mesi.

L'ASSETTO
Solo 4 gli esterni entrati in compagnia, mentre il resto dell'organigramma è stato ricomposto puntando su risorse interne. Ma l'opera di razionalizzazione non si ferma qui. Gubitosi e soci vogliono mettere mano anche al sistema informatico Sabre che gestisce il complesso sistema dei biglietti. I sindacati hanno segnalato più volte che il «mostro» informatico fa spendere molto e produce poco. E anche se è stato adottato dalle maggiori aviolinee del mondo non è proprio l'optimum in considerazione dei costi troppo elevati. Dopo una analisi attenta, i commissari hanno in parte condiviso questa impostazione ed ora stanno rinegoziando il contratto. Se non ci sarà uno sconto sostanzioso è pronto un piano B. Sempre a fine luglio è arrivata sul tavolo dei commissari la superperizia sugli slot ceduti ad Etihad per 60 milioni che ha considerato congruo il prezzo. Insomma, nessun regalo agli arabi, ma cessione «ai valori di mercato».

Oggi intanto si apre la fase due per l'ex vettore nazionale. Questa mattina verrà infatti pubblicato il nuovo bando che fisserà la data del 5 ottobre come termine per presentare le offerte e indicherà finalità e modalità di svolgimento della gara. Come noto, l'obiettivo resta quello di vendere la compagnia in blocco, o comunque di cercare, pur tra mille ostacoli, di salvaguardare al massimo l'unitarietà dell'azienda. Al momento sarebbero quattro le compagnie che hanno manifestato l'intenzione di tenere insieme Alitalia, chiedendo di scorporare solo il settore dell'handling e altre parti minori dei servizi a terra. Si tratta, come anticipato dal Messaggero, di Ryanair, EasyJet, Etihad e Lufthansa. Tutte, pur con qualche distinguo, sono interessate ai voli di lungo, medio e corto raggio, alla manutenzione, che resterebbe quindi all'interno del gruppo, e all'addestramento piloti. Si tratta, va detto, di proposte non vincolanti che possono essere quindi modificate prima dello sprint finale di ottobre.

Ma alla finestra ci sono poi i soggetti che hanno presentato offerte mirate, che, se accettate, farebbero di Alitalia uno spezzatino. Si tratta di Delta Airlines, British e di alcune compagnie cinesi e fondi di investimento internazionali.

IL CAMMINO
Proprio sulla base delle offerte ricevute, i commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari hanno messo a punto il bando e l'indirizzo del programma dell'amministrazione straordinaria, cui manca l'approvazione del Ministero dello sviluppo economico guidato da Carlo Calenda.
L'acquirente ideale, quello che stanno cercando i commissari, ha spiegato Gubitosi in una intervista a Repubblica, è «un partner internazionale forte, che permetta ad Alitalia di sviluppare il suo potenziale». La previsione, come spiegato nei giorni scorsi ai sindacati, è di arrivare all'aggiudicazione verso ottobre-novembre e al closing dopo novembre. A dettare i tempi, tuttavia, saranno anche le elezioni politiche e le condizioni del mercato. In ogni caso il governo, come annunciato nei giorni scorsi dal ministro dei trasporti Graziano Delrio, ha già messo in conto la possibilità di prolungare l'amministrazione straordinaria mettendo altro denaro pubblico.
 
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